In una lettera pastorale sulle drammatiche condizioni del Paese l’annuncio del possibile viaggio di Francesco in un’altra realtà africana sfigurata dalla guerra: «La sua presenza aprirebbe gli occhi del mondo sulla situazione qui»
Chiudere o non chiudere, questo è il dilemma. Sono anni che la decisione di svuotare Dadaab, il più grande campo di rifugiati al mondo, continua a rimbalzare da una parte all’altra senza trovare una soluzione. Un gioco alquanto brutale per gli oltre 300 mila profughi, in maggioranza somali, alcuni dei quali residenti nel campo dal 1992.
Secondo l’arcivescovo di Kinshasa, le violenze che hanno interessato diversi luoghi di Chiesa in varie parti della Repubblica Democratica del Congo sono stati commessi «deliberatamente, per far fallire la sua missione di pace e di riconciliazione» in una delle fasi più delicate e cruciali della vita politica del Paese
Venticinque persone uccise in un villaggio da una milizia Mai-Mai. Nuovo sangue proprio mentre il Papa pronunciava il suo appello all’Angelus. Che cosa sta succedendo nella Repubblica Democrafica del Congo? E perché l’intesa mediata dalla Chiesa per porre fine alla crisi politica fatica a ridare realmente pace al Paese?
La Repubblica Democratica del Congo, grazie alla mediazione dei vescovi, ha cercato di superare l’ennesima gravissima crisi politica. Ma la morte del principale oppositore ha rimesso tutto in gioco
È quella raccolta, riciclata e riutilizzata da un giovane imprenditore keniano che ha saputo unire l’attenzione per l’ambiente alla possibilità di fare impresa, realizzando cose utili e dando lavoro ad altre persone
C’è ancora un Paese al mondo dove la vita da schiavi inizia prima di aprire gli occhi al mondo. Fin dal ventre materno, se la donna è schiava, anche suo figlio è destinato a esserlo.
Schiavitù e sfruttamento. La tratta di esseri umani ha assunto dimensioni enormi. Riguarda il 90 per cento dei migranti arrivati in Europa negli ultimi anni. L’8 febbraio al Pime un convegno per capire. Con la testimonianza di chi ne è rimasto vittima.