Bangladesh: eseguite le due condanne a morte

Uccisi per impiccagione quando a Dhaka era notte Salauddin Quader Chowdhury e Ali Ahsan Mohammad Mujahid, i due leader dei partiti d’opposizione accusati di crimini di guerra per fatti avvenuti nel 1971. È dentro alle tensioni legate a questa vicenda che mercoledì è maturato l’agguato a padre Parolari. E in Bangladesh il clima resta incandescente: il partito islamista ha convocato per lunedì una «mobilitazione generale»
 

Il Pime: «Agguato dell’Isis? Più credibile il caos politico in Bangladesh»

La Segreteria generale del Pime ha diffuso ieri sera una nota che ricostruisce i fatti sull’agguato a padre Parolari. E – dopo le notizie sulla rivendicazione dell’Isis rilanciate dai media – riporta l’opinione dell’ambasciatore italiano a Dhaka, secondo cui è più probabile che l’attentato sia legato a un «tentativo di seminare il caos in queste ore di attesa del verdetto contro due politici dell’opposizione accusati di crimini contro l’umanità»
 

Parolari reagisce bene alle cure. Ma a Dhaka ore tesissime

Il missionario ferito è cosciente e ha ricevuto la visita dei confratelli. Padre Cagnasso: «Non lasciateci soli nel desiderio di amare questa gente». Intanto però il Bangladesh vive ore delicate per lo scontro politico sulla condanna a morte di due leader dei principali partiti di opposizione. E un capo locale di Jamaat-e-Islami è stato arrestato con l’accusa di essere coinvolto nell’agguato
 

La strage di Parigi vista dall’Asia

Le similitudini con quanto avvenuto a Mumbai nel 2008. I timori per le minacce all’India, oggi alle prese con nuove tensioni che il radicalismo induista non aiuta ad allentare. La situazione di Paesi come Bangladesh, Indonesia, Malaysia e Pakistan al tempo stesso centrali di reclutamento del jihadismo globale, teatro di operazioni destabilizzanti e centri della persecuzione di non-musulmani e di musulmani moderati
 
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