Il 10 dicembre a Oslo, il Premio Nobel per la pace viene consegnato ai sopravvissuti delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki: uomini e donne ormai ultraottantenni che non vogliono solo ricordare, ma pensano al mondo di domani. Il commento di padre Alberto Berra, missionario del Pime a Hiroshima. Ascolta anche il nostro PODCAST
Agricoltura, edilizia, lavori di cura, caporalato digitale, tratta di donne e minori… Sono molti volti della schiavitù contemporanea. Anche in Italia. Per metterli a fuoco il Centro Pime di Milano e Caritas ambrosiana, in collaborazione con Ucsi Lombardia e Università Cattolica del Sacro Cuore, promuovono anche per il 2025 un momento di riflessione in occasione della Giornata mondiale contro la tratta di persone
Grazie alla sua testimonianza, per la prima volta lo stupro è stato riconosciuto come crimine di guerra e atto di genocidio. Oggi la ruandese Godelieve Mukasarasi continua ad aiutare le donne che hanno subito violenza, ma anche i figli che sono nati da quegli abusi
Per la prima volta la Commissione Europea ha deciso di accogliere le richieste della Maasai International Solidarity Alliance che, insieme ad altre associazioni, ha denunciato i numerosi abusi subiti dalle comunità masai nel nord della Tanzania. E ha bloccato i finanziamenti destinati a progetti di conservazione dell’ambiente a discapito di chi ci vive da sempre
All’Arena di Pace, anche il gesto di un israeliano e un palestinese che hanno entrambi perso un proprio caro nel conflitto di Gaza. «Il peccato dei regimi politici finiti nelle dittature – ha detto il Pontefice – è non ammettere la pluralità: solo una società dove si affontano i conflitti e si dialoga ha futuro»
L’incontro dei movimenti popolari italiani, radunati oggi in Fiera a Verona attorno a cinque tavoli tematici, precede il grande evento dell’Arena di Pace che si terrà domani alla presenza di Papa Francesco
Il Presidente Bukele aveva promesso ai salvadoregni di eliminare le bande criminali che da trent’anni controllavano il Paese. Ma adesso è lo Stato a perpetrare violenze: 78 mila arresti, migliaia di sparizioni forzate e morti nelle carceri sovraffollate. A rimetterci, molti cittadini innocenti
Un anno dopo l’inizio del conflitto, l’Onu definisce la situazione sudanese «uno dei peggiori disastri umanitari della storia recente». Migliaia di morti e quasi 9 milioni di persone costrette a lasciare le loro case. Ma nessuno ne parla. E nessuno interviene