L’8 marzo nel Giardino dei Giusti di Milano verranno piantati sei nuovi alberi con incisi i nomi di altrettante donne coraggiose – per lo più provenienti da Asia, Africa e Medio Oriente – che combattono senza sosta per il riconoscimento dei propri diritti nei loro Paesi. Ecco le loro storie.
Si sente ancora esule del villaggio da cui dovette scappare a causa della guerra nel 1948. Ma da anni educa arabi ed ebrei alla riconciliazione. La testimonianza del vescovo Elias Chacour
A vent’anni dal rapimento e dalla barbara uccisione, il ricordo dei monaci trappisti di Notre Dame de l’Atlas è ancora vivo. Non solo come memoria. Lo “spirito di Tibhirine” continua a significare una possibilità vera di incontro
Suor Donatella Lessio, dell’Istituto delle Francescane Elisabettiane di Padova, dal 2004 lavora al Caritas Baby Hospital di Betlemme, un centro che presta cure anche ai bambini vittime degli orrori del conflitto che da sessant’anni insanguina questa parte di Medio Oriente. Dai suoi ricordi emergono spaccati di vita dolorosi purtroppo ordinari nella terra di Gesù
Nella dichiarazione comune l’appello a non confidare nella forza e a scegliere la via negoziale. Con un invito a esercitare «responsabilità» nella lotta al terrorismo chiaramente rivolto a Putin. Il tutto mentre il rischio di un allargamento della guerra a Turchia e Arabia Saudita è tutt’altro che teorico
Dieci anni fa veniva ucciso don Andrea Santoro, secerdote fidei donum in Turchia. Alle celebrazioni di commemorazione tra Italia e Mar Nero, si aggiunge la parola del vicario apostolico dell’Anatolia Paolo Bizzeti che ne sottolinea «il ruolo profetico nell’indicare la necessità di dialogo e della convivenza quotidiana».
Nei giorni scorsi 168 accademici italiani hanno lanciato un boicottaggio contro il maggiore Politecnico israeliano, definito complice del «regime di occupazione, colonialismo e apartheid d’Israele». Silvia Gambino, una ragazza italiana che ha studiato ad Haifa, risponde: «In quella stessa università ho conosciuto gli Ingegneri senza frontiere che lavorano per i beduini del Negev»
Segretaria per l’Oriente a Baghdad ai tempi del dominio britannico, miss Bell aveva sognato di contribuire a creare un Paese ben amministrato, non corrotto, con una giustizia e una sanità efficienti. Ora un libro pubblicato anche in Italia ne ricostruisce la storia