Lo scontro tra potenze politiche sciite e sunnite sta insanguinando ogni giorno di più il Medio Oriente. Con strumentalizzazioni sempre più evidenti di una frattura storica che non è più un problema solo dei musulmani. E se il cammino ecumenico dei cristiani avesse qualcosa da insegnare?
La settimana scorsa nella cattedrale di Abu Dhabi sono stati ordinati due nuovi sacerdoti cappuccini di origini indiane cresciuti in famiglie di migranti: un segno importante per gli Emirati Arabi, dove i cristiani sono da sempre una minoranza.
Proprio mentre papa Francesco si trovava in sinagoga ieri a Otniel – una colonia in Cisgiordania – una mamma veniva uccisa in un attacco terroristico nella sua casa Dafna Meir. Un’infermiera che nel suo lavoro in ospedale pregava: «Che io meriti di somministrare questi farmaci a Israele e alle altre nazioni»
A pochi giorni dalle esecuzioni che hanno rinfocolato lo scontro tra sunniti e sciiti, l’Arabia Saudita ha compiuto una nuova esecuzione capitale: Jinat Farid, una donna immigrata etiope accusata di omicidio, è stata messa a morte a Taif. La sua è la cinquantesima esecuzione capitale in appena dieci giorni
Nel suo scontro a tutto campo con Teheran l’Arabia Saudita ha aperto un fronte anche sui social network. Con un canale di infografiche su Twitter con «data journalism» sui crimini dell’Iran. Il tutto nel Paese che tiene in carcere Raif Badawi
Padre Mourad è stato sequestrato dall’Isis per più di cinque mesi. Un’esperienza drammatica da cui è uscito con una convinzione: «La volontà di Dio è più forte del male che sta nel cuore dell’uomo»
Tra coloro che hanno lasciato il Paese martoriato dalla guerra c’è anche Muhammad Faris, il primo e unico astronauta della Siria. Ex generale dell’aviazione ha disertato nel 2012 per non aver voluto bombardare suoi connazionali