L’oro di Gaza

Con la chiusura di tutti i valichi con la striscia di Gaza per contenere la diffusione del Covid-19, le importazioni di gioielli in oro si sono interrotte. Così le industrie locali hanno iniziato a produrre in proprio per soddisfare la domanda interna. Ma a ostacolare questo successo restano le difficoltà legate al divieto di ingresso di materie prime e macchinari imposte da Israele
 

India, il ritorno amaro dei lavoratori migranti

La pandemia costringe i lavoratori migranti indiani nel Golfo a tornare a casa. Più di 1,1 milioni di persone sono rientrate nello stato meridionale del Kerala negli ultimi 10 mesi. Rientrati dopo aver perso il lavoro devono ora forgiarsi un nuovo futuro in un contesto in cui altri 75 milioni di indiani sono scesi sotto la soglia di povertà 
 

La storia di un rifugiato siriano negli Oscar 2021

Proprio nel decimo anniversario dall’inizio della guerra in Siria, una pellicola araba con protagonista un rifugiato siriano, ottiene la nomination per miglior film straniero agli Oscar. In The Man Who Sold His Skin, Sam è un rifugiato che, pur di raggiungere l’Europa, è disposto a vendere la pelle della sua schiena ad un artista che ne farà una tela vivente
 

Gli squadroni della morte di nuovo in azione in Iraq

Mentre non si è ancora spenta l’eco della visita di Papa Francesco, nel Paese la violenza delle milizie torna a mostrare il suo volto più brutale. Nella provincia di Maysan è stato ucciso Hattab Jaseb, il padre dell’avvocato Ali, rapito e sparito nel nulla nell’ottobre 2019. Hattab non si rassegnava e chiedeva pubblicamente giustizia 
 

Afghanistan, negoziati in stallo e sangue sui media

Il 2 marzo tre giornaliste dell’emittente afghana Enikass Tv sono state assassinate a Jalalabad, nell’Afghanistan orientale. L’Afghan Journalists Safety Committee conferma che il Paese è tra i più pericolosi al mondo per gli operatori dell’informazione: almeno nove i giornalisti uccisi dall’inizio dei colloqui di pace con i Talebani
 

Le ong in Iraq: “Più collaborazione tra noi al servizio di tutti”

Dalle organizzazioni di matrice religiosa che operano in Iraq una dichiarazione congiunta in occasione della visita apostolica di Papa Francesco: “Abbracciamo pienamente il messaggio di fraternità e di dialogo che il Papa porta. Crediamo fermamente che rappresenti un modo necessario per guarire le ferite del passato e costruire un futuro per le diverse comunità del Paese”. Tra i firmatari anche Islamic Relief Worldwide e tante realtà locali irachene
 
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