Domani a Scutari saranno beatificati 38 martiri albanesi, trucidati durante il regime di Enver Hoxha, che proclamò l’Albania il «primo Stato ateo al mondo». Da Valona suor Michela Letizia Miccioni, francescana alcantarina, racconta una Chiesa che sta rinascendo.
Uccisi “in odio alla fede” Per questo saranno beatificati, domani a Scutari, 38 martiri albanesi, trucidati tra il 1945 e il 1974 dal regime di Enver Hoxha, che dichiarò l’Albania Repubblica popolare comunista e impose l’ateismo di Stato.
«Un segno di croce costava dieci anni di carcere» ha raccontato don Ernest Simoni, l’unico sacerdote, ancora vivente, testimone della persecuzione, incarcerato e mandato ai lavori forzati per 27 anni. La sua testimonianza nel 2014 ha commosso profondamente Papa Francesco in visita a Tirana, che lo ha abbracciato piangendo.
Sul numero di Novembre di Mondo e Missione una straordinaria testimonianza da Valona racconta come la Chiesa stia rinascendo. «La realtà che ci troviamo a vivere noi oggi è di una Chiesa che ha ripreso il cammino» scrive suor Michela Letizia Miccioni, della comunità delle francescane alcantarine di Valona. «Al nord con queste radici forti, al sud con piccoli germogli. Lo stesso fonte battesimale che ha generato la Chiesa del martirio al nord dell’Albania e ha donato la forza fino al dono della vita a questi testimoni di cui celebreremo la beatificazione il 5 novembre a Scutari, ha suscitato la Chiesa del catecumenato al sud, dando vita a nuovi cristiani».