Evangelizzare online

Evangelizzare online

Il 28 maggio è la giornata per le comunicazioni sociali. A Hong Kong, padre Gianni Giampietro è fra i promotori di una scuola per formare catecumeni e catechisti via Internet

 

Non capita tutti i giorni di incontrare un prete di 83 anni che appena si siede di fronte a te ti dice: «Oggi parliamo di evangelizzazione online». Eppure è di questo che si occupa ad Hong Kong padre Gianni Giampietro, missionario del Pime, da quasi sessant’anni ormai nell’ex colonia britannica. La sua esperienza dimostra come la testimonianza del Vangelo possa passare da canali inediti, anche quelli di Internet e dei social media. «Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire da la Buona Notizia per eccellenza: il “Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”», scrive Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebra il 28 maggio, la domenica che precede la Pentecoste. E, in fondo, l’obiettivo è proprio questo: comunicare la Buona Notizia per eccellenza, il Vangelo di Gesù.

A Hong Kong padre Gianni Giampietro ha intuito le potenzialità della rete una ventina di anni fa, grazie a un gruppo di giovani della parrocchia della Risurrezione, che si riunivano a cantare e suonare brani con un messaggio cristiano. «Molti giovani di Hong Kong hanno parenti all’estero – spiega -. A volte quasi tutta la famiglia. Attraverso i loro contatti, questi giovani appassionati di musica hanno scoperto che altri ragazzi cinesi stavano facendo la stessa cosa soprattutto in Australia e Nuova Zelanda. Dopo alcuni anni di contatti via web si è deciso di organizzare un concerto con tutti questi gruppi qui a Hong Kong. Canti moderni cinesi, ma impregnati di spirito cristiano. È stato un grande successo. Al punto che i nostri di Hong Kong in seguito sono andati in Canada. Da lì è nato il format dell’EV Concert (Evangelization Concert): recite, canti, condivisioni, testimonianze. Si trattava semplicemente di fare evangelizzazione, ma attraverso la musica con i giovani e per i giovani».

Grazie anche a questi contatti, padre Gianni e i suoi collaboratori si accorgono che in molte comunità della diaspora cinese non ci sono catechisti o altre persone che possono accompagnare coloro che vogliono prepararsi al battesimo. Nasce così FOJP (Friends of Jesus Passover, Amici della Passione di Gesù), la prima scuola di evangelizzazione online. Si tratta di un corso a distanza di due anni che prevede l’insegnamento del catechismo cattolico nel primo anno e un’attività concreta di evangelizzazione nel secondo. Ogni settimana viene dato del materiale per circa tre ore complessive di studio, più o meno come quando si frequenta il corso in parrocchia: «Per i sacerdoti non è facile, a volte, accettare questa soluzione. Vorrebbero vedere le persone fisicamente ogni settimana – spiega padre Gianni -. Ma in alcuni casi non è possibile, soprattutto per motivi di lavoro o di viaggio. Ricordo un caso in Australia. L’interessato era in carcere per motivi di immigrazione illegale. Aveva conosciuto degli operatori pastorali che visitavano il penitenziario. Ma come avrebbe potuto partecipare al catecumenato in parrocchia? E poi ci sono tutti coloro che le parrocchie e i catechisti non possono raggiungere».

I volontari della FOJP contattano comunque sempre la parrocchia più vicina quando una persona chiede di fare il catecumenato. «Perché, poi, non si può certo dare il battesimo online!  – dice padre Gianni -. Naturalmente quando i sacerdoti collaborano è tutto più facile, altrimenti abbiamo qualche problema. Ma non promuoviamo mai un’attività parallela. Sarebbe bello che i preti capissero sempre di più il potenziale delle attività online».

Ma come si diventa catecumeni via internet? Dalla homepage di EVSchool.net nelle tre lingue (mandarino, cantonese e inglese) si accede a un’introduzione sulla scuola. Dopodiché ci si iscrive: «È al quel punto che le persone entrano in contatto con noi e noi con loro. Per avviare un corso aspettiamo che ci siano circa quindici iscritti. L’attività non è concepita come una scuola a distanza o una biblioteca o un libro da cui estrarre i vari capitoli del catechismo. Si creano piuttosto delle comunità online. Il catecumenato online è un incontro – dice padre Gianni -. I partecipanti vengono messi in contatto via mail fra di loro e spesso nascono meravigliose amicizie. Alcuni sacerdoti non credono che si possano creare delle comunità online. Invece io constato che la cosa è possibile e reale. Vale interamente il detto di Gesù per cui dove due o tre si riuniscono nel suo nome Lui è presente. Io lo sperimento tutti i giorni».  Quando faccio notare a padre Gianni che questo ragionamento lo fanno a malapena i preti trentenni più aggiornati e motivati o i gesuiti più avanzati, ride fragorosamente e sembra poco entusiasta dell’accostamento alla Compagnia di Gesù. «Salvo Matteo Ricci però – si affretta a precisare -, lui sapeva adattarsi al tempo e al luogo in cui si trovava».

Il secondo programma, una volta completato il catecumenato, è facoltativo, ma molti vi partecipano quando, da evangelizzati, vogliono diventare evangelizzatori. Possono iscriversi anche coloro che hanno partecipato al catecumenato classico nelle parrocchie. Nel corso del primo anno si studia e si deve superare l’esame di sette materie: evangelizzazione nella Bibbia e nei documenti della Chiesa, storia dell’evangelizzazione, l’evangelizzazione in Asia oggi, religioni principali in Asia, liturgia e mass-media. Nel secondo anno, invece, gli iscritti devono realizzare un progetto pratico di evangelizzazione con una relazione finale. Il tutto naturalmente sotto la guida a distanza dei responsabili della scuola. Il coordinatore generale del corso vive in Australia. Il responsabile del database in Canada. Il segretario generale a Hong Kong.

«Molti partecipano sia al catecumenato online che alla scuola di evangelizzazione. Alcuni si impegnano poi anche come catechisti online – dice padre Gianni -. I viaggi missionari dei giovani musicisti hanno prodotto questa iniziativa; un po’ come San Paolo quando andava in giro, vedeva delle esigenze e cercava le risposte. Qui si tratta della diaspora cinese, la cinghia di trasmissione tra la madrepatria e le altre nazioni, popoli e culture della terra. Per me evangelizzare i cinesi d’oltremare significa evangelizzare la Cina».