A dieci anni dalla scomparsa, un’occasione per riscoprie l’eredità spirituale e missionaria del cardinale Martini, ma anche per scrutare l’avvenire della Chiesa. Appuntamento al Centro Pime di Milano, venerdì 7 ottobre alle 21.00
«Grazie ai missionari ho potuto comprendere meglio la “cattolicità” della Chiesa, che non è solo estensione geografica, dialogo culturale, apertura all’altro, ma riconoscimento dell’opera di Dio in ogni cuore umano e desiderio di risvegliare in esso l’ascolto del Maestro interiore».Così scriveva il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano per 22 anni, in un articolo che scrisse per “Mondo e Missione” nell’ottobre 2002, tracciando un bilancio dei suoi viaggi missionari.
Il cardinale Martini è stato certamente uno dei grandi maestri di spiritualità del nostro tempo, con un’attenzione costante anche per la missione. Per questo vogliamo ricordare la sua passione per l’annuncio del Vangelo con una serata speciale a due voci: quella di don Armando Matteo, teologo e segretario del dicastero per la Dottrina della fede e autore del libro “La Chiesa che verrà” (Edizioni San Paolo); e quella di padre Ferruccio Brambillasca, Superiore generale del Pime.
Due anche i filoni di riflessione: il senso più profondo (ed eminentemente missionario) dell’ultima intervista rilasciata dal cardinale prima di morire, nella quale Martini parlava del ritardo di 200 anni della Chiesa nei confronti del mondo attuale; e l’attualità di alcune parole dette da Martini ai missionari in diverse occasioni, che interrogano ancora oggi a chi parte per annunciare la Parola di Gesù nelle periferie del mondo.
Parole come queste: «I missionari sperimentano in presa diretta i risultati negativi del fenomeno del debito estero e della globalizzaziobe – ndr) sia sotto il profilo sociale, legato quindi alla ingiusta distribuzione dei beni e al conseguente impoverimento di interi popoli, sia sotto il profilo culturale, quando vedono persone e comunità appiattirsi su modelli di comportamento che, accanto a indubbi valori, portano anche aspetti superficiali, appariscenti, devastanti. Questa riflessione investe non solo la vita e la testimonianza dei singoli cristiani, ma il modo di porsi della Chiesa stessa: la chiarezza del suo messaggio, la trasparenza del volto di Cristo, l’accoglienza di ogni fratello e sorella nel nome di Gesù, il gusto per l’essenzialità nei momenti dell’annuncio e della condivisione. Sono domande che ci vengono non solo dalle giovani Chiese, ma anche da quanti vengono in Italia da Paesi stranieri e hanno diritto di trovare una Chiesa capace di trasmettere il Vangelo e di viverlo fino in fondo».
Leggi qui l’articolo che il cardinale Martini scrisse per “Mondo e Missione” nell’ottobre 2002, tracciando un bilancio dei suoi viaggi missionari
E guarda qui il video di un incontro del 3 febbraio 1986 con i missionari del Pime nella loro casa di Milano