Un’altra chiesa distrutta dalle bombe turche in territorio siriano. Ankara vuole «svuotare la regione dei cristiani», denuncia l’arcivescovo siro-ortodosso di Jazira e dell’Eufrate Mar Maurice Amseeh
Un altro attacco turco in territorio curdo-siriano. È successo il 30 maggio nel villaggio di Tel Tamr, dove anche la chiesa di Mar Sawa, già nel mirino dell’Isis nel 2015, ha subito ingenti danni.
L’esercito turco – secondo quanto riportato dall’agenzia AsiaNews – ha colpito un villaggio cristiano assiro nel governatorato di Hassaké, nel nord-est della Siria in una regione abitata principalmente da curdi e da minoranze cristiane. Già lo scorso aprile, nell’ambito dell’operazione militare “Claw Lock”, missili turchi avevano colpito case e chiese e provocato la morte di un cristiano.
Le ambizioni espansionistiche di Erdogan
Secondo alcune testimonianze – riporta sempre l’agenzia AsiaNews – «forze turche e fazioni siriane vicine ad Ankara del Syrian National Army (Sna) hanno colpito il villaggio di Tel Tamr, causando danni materiale alla chiesa di Mar Sawa, già nel 2015 colpita dai miliziani dello Stato islamico (SI, ex Isis) durante il sequestro di 250 cristiani dai villaggi di Khabur».
L’arcivescovo siro-ortodosso stima che queste operazioni rientrino nel «progetto espansionista» del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che mira a controllare i territori curdi oltre confine e a controllare i territori curdi oltre confine e a «svuotare la regione dei cristiani». Per questo, ha lanciato un appello affinché chiese e luoghi di culto in generale siano risparmiati dal conflitto.
L’esodo dei cristiani
L’esodo dei cristiani da questa regione, del resto, continua ormai da diversi anni, prima in seguito alle violenze dei miliziani dell’Isis e poi per quelle dell’esercito turco. La stessa zona di Tel Tamr, vittima dell’ultimo attacco, vedeva la presenza di 32 villaggi con circa 12 mila cristiani. Oggi ne sarebbero rimasti un migliaio.