Il prossimo 16 maggio, Papa Francesco concelebrerà con la comunità birmana che vive a Roma la Santa Messa della solennità dell’Ascensione nella basilica di San Pietro. Un gesto di vicinanza al Paese da tre mesi ormai scosso dalle proteste e dalla repressione dopo il colpo di stato dei militari
Sono passati quasi tre mesi dal colpo di stato da parte dei militari in Myanmar avvenuto lo scorso 1° febbraio e nel Paese regna ancora il caos. Le proteste – scoppiate in diverse città e fortemente represse da parte dell’esercito, con un bilancio superiore a 750 vittime – continuano nonostante i limiti imposti ai mezzi di comunicazione: tagli notturni a internet da 70 giorni e calo della copertura mobile. L’Onu ha condannato il colpo di stato e ha rivolto un appello di pace e dialogo alla giunta militare per far rispettare i diritti umani e cessare le violenze.
In questo quadro un gruppo di sacerdoti e religiosi cattolici del Myanmar a Roma aveva scritto una lettera alla Santa Sede il 31 marzo scorso per chiedere la possibilità di celebrare l’Eucaristia con Papa Francesco, riporta Radio Veritas Asia. “Sappiamo che Lei sta pregando e si inginocchia con noi alla presenza del Signore per fermare questi atti inumani e brutali nel nostro Paese. La nostra comunità sarebbe consolata di avere una Santa Messa con Lei per pregare e inginocchiarsi con Lei nella celebrazione dell’Eucaristia”, si legge nella lettera.
Questa richiesta è stata accolta dal Papa: Francesco ha deciso di celebrare con loro la Messa della domenica dell’Ascensione, il 16 maggio. Ieri il Vaticano ha confermato il programma in una telefonata ai rappresentanti della comunità del Myanmar, che conta poche centinaia di persone in Italia. La celebrazione si terrà nella basilica di San Pietro alle 10 ora di Roma – le 02:30 del pomeriggio in Myanmar.
Sono oltre 50 i sacerdoti e religiosi del Myanmar che studiano o lavorano a Roma e oltre 100 i consacrati e laici di Roma che hanno lavorato nel Paese.