La missione di Kuyuntsa, nel vicariato apostolico di Yurimaguas, ha da poco celebrato l’ordinazione di altri due nuovi diaconi permanenti della tribù Achuar. Nella comunità fondata da padre Luis Bolla, di cui è in corso il processo di beatificazione, sono 7 i diaconi. Don Diego Clavijo: “Una chiesa che al rito romano affianca il volto amazzonico di questa gente”
Kuyuntsa. Periferia estrema del vicariato apostolico di Yurimaguas, al confine tra Perù ed Ecuador, in piena foresta amazzonica. Una delle zone più difficili da raggiungere. Qui, in questa intersezione tra i due Paesi latinoamericani, in questo pueblo tra i più isolati del Perù, vive la tribù indigena degli Achuar, una sotto-etnia del popolo Jívaro. In questa periferia latinoamericana, incastonata nel cuore del polmone verde della terra, si sperimenta quotidianamente quella che papa Francesco definì come una “Iglesia de rostro amazonico”: una chiesa dal volto amazzonico.
Qui la missione si fa presenza concreta, non solo grazie al lavoro costante di don Diego Clavijo, missionario salesiano, ma soprattutto grazie all’attività incessante e feconda dei diaconi permanenti che, con il loro impegno, accompagnano questo popolo amazzonico. Dopo la cerimonia dello scorso 7 ottobre presieduta dal vescovo mons. Jesús María Aristín, la missione di Kuyuntsa ha ricevuto altri 2 diaconi permanenti che si vanno ad aggiungere ai 5 già ordinati negli anni scorsi. Si chiamano Mashinkiash Shirap Chau e Timias Timias Uwiti, sono nativi del popolo Achuar, e si faranno carico di incarnare la presenza della Chiesa nella comunità che per trent’anni fu casa e missione del salesiano don Luis Bolla, di cui è in corso il processo di beatificazione e canonizzazione.
“In questo ottobre missionario abbiamo ricevuto un’altra grande benedizione da parte di Dio e di don Bolla – afferma padre Diego Clavijo -. Siamo una comunità che sta crescendo anno dopo anno in intensità e forze a disposizione”. In una cerimonia cattolica ma dal sapore e dalle tinte amazzoniche, oltre ai due nuovi diaconi, sono stati istituiti ben 7 ministri dell’eucarestia e 2 ministri degli infermi. “Grazie a queste ordinazioni, la chiesa peruviana avrà una presenza capillare in queste zone – prosegue padre Diego -. Fino ad ora, i nostri cinque diaconi hanno lavorato alla frontiera con l’Ecuador, nella zona più a Nord della missione. I due nuovi ordinati saranno invece mandati al Sud del nostro territorio a lavorare al fianco dei popoli Kandozi e Kichwa”.
Come nelle originali Comunità ecclesiali di base (le famose Ceb), i diaconi avranno il compito di animare la celebrazione della Parola di Dio, di realizzare un piano pastorale e di lavorare al fianco anche dei fratelli non cattolici che vivono la regione, oltre che di programmare i prossimi sacramenti nel territorio assegnato.
“Credo che stiamo vivendo un momento importantissimo per il nostro vicariato – rivela don Diego -. Le vocazioni stanno crescendo anche tra i giovani e speriamo in futuro di avere anche dei sacerdoti Achuar. Sull’esempio e sulla strada tracciata da don Bolla, stiamo portando avanti il processo di crescita di questa chiesa autoctona che al classico rito romano aggiunge elementi del popolo achuar e della tradizione amazzonica. Il seme piantato da padre Bolla sta cominciando a dare davvero i suoi frutti”.