Sono passati 25 anni dalla drammatica notte in cui in Algeria vennero rapiti i monaci di Tibhirine, martiri che con la loro testimonianza hanno segnato profondamente la spiritualità del nostro tempo. La ripercorriamo attraverso questa intervista rilasciata da padre Jean-Pierre Schumacher, che riuscì a nascondersi durante l’assalto e tuttora a 97 anni vive monaco in Marocco
Venticinque anni fa venivano rapiti e poi uccisi in Algeria i monaci di Tibhirine, martiri del nostro tempo proclamati beati nel 2018 da Papa Francesco. Padre Jean-Pierre Schumacher, l’ultimo sopravvissuto dei monaci trappisti del monastero, racconta quell’esperienza. Padre Jean-Pierre riuscì a salvarsi nascondendosi sotto il suo letto quando un commando di fondamentalisti islamici assaltò il monastero la notte tra il 26 e il 27 marzo 1996. Nell’intervista – realizzata nel 2011 da Anna Pozzi e Bruno Zanzottera – padre Jean-Pierre racconta la vita a Tibhirine, i tragici eventi di quella stagione, ma anche il senso profondo del martirio dei suoi compagni. Padre Jean-Pierre a 97 anni vive tuttora come monaco trappista nel monastero di Midelt in Marocco, dove è stato realizzato questo video.
Sull’eredità dei monaci di Tibhirine leggi dal nostro archivio anche:
“Anche a te amico dell’ultimo istante…” il testamento spirituale del priore Christian de Chergé
“Io e i martiri della fedeltà” intervista all’arcivescovo emerito di Algeri Henri Teissier scomparso nel 2020
Tibhirine, sguardi incrociati di Jean-Marie Lassausse, sacerdote francese che ha custodito per anni il monastero di Tibhirine