Dal 2011 il numero dei seminaristi nel mondo è cominciato a diminuire: a dirlo sono i dati ufficiali del nuovo Annuario Statistico vaticano. Dopo il boom delle vocazioni frena l’Asia e il Sudamerica assomiglia molto all’Europa
Si celebra oggi la Giornata mondiale delle vocazioni. E come tutto ciò che è mondiale nella Chiesa dovrebbe essere una buona occasione per uno sguardo globale, anche sul tema delle vocazioni. Ne vale assolutamente la pena perché l’impressione è che stia succedendo qualcosa che potrebbe avere ripercussioni importanti nella Chiesa di domani.
Per anni, infatti, nel cattolicesimo globale la questione delle vocazioni al sacerdozio era fatta di due volti: da una parte l’Europa, dove ormai da decenni i seminari sono molto più vuoti rispetto a ieri e l’età media del clero invecchia. Dall’altra però c’erano le Chiese del Sud del mondo, con la loro “primavera vocazionale”. E le nuove ordinazioni sacerdotali in Africa e in Asia facevano sì che comunque il numero dei preti nel mondo aumentasse. Anche per questo capitava che preti di diocesi del Sud del mondo in qualche modo “ricambiassero” il dono ricevuto un tempo dai missionari, venendo a svolgere il loro servizio pastorale in Chiese di antica tradizione cristiana.
Ora però qualcosa sembrerebbe sul punto di cambiare: i dati dell’ultimo Annuario Statistico vaticano – che fotografano la situazione al 31 dicembre 2014 – segnalano che i seminaristi nel mondo sono cominciati a diminuire. Erano 120.616 nel 2011 – anno in cui si è toccato il massimo storico – sono scesi già 116.939 nel 2014. C’è un continente dove in realtà continuano a crescere ed è l’Africa; ma, anche qui, se si va a vedere i dati nel dettaglio ci si accorge che le vocazioni al sacerdozio hanno rallentato; oggi crescono percentualmente di meno rispetto al numero dei battezzati (e ai tassi di crescita demografica). Se poi si guarda agli altri continenti ci si accorge che in Asia i seminaristi cominciano a diminuire (anche se il continente dove i cristiani sono di meno continua a mantenere il tasso di vocazioni al sacerdozio più alto al mondo: 42,99 seminaristi ogni 100.000 battezzati). In Sudamerica poi si segnala un calo molto sensibile: in soli dieci anni i seminaristi sono diminuiti del 17 per cento. Oggi il tasso vocazionale del Sudamerica è già sensibilmente più basso di quello dell’Europa: solo 7,73 seminaristi per 100.000 battezzati, contro i 9,99 del Vecchio Continente.
Sono numeri che fanno riflettere sul volto della Chiesa di domani: se questa tendenza infatti dovesse proseguire anche in Africa, in Asia e in America Latina si prepara un futuro con più fedeli ma meno preti. Una sfida che non potrebbe non incidere anche sulla fisionomia della missione.