L’introduzione del superiore generale del Pime padre Ferruccio Brambillasca al convegno tenuto il 10 giugno 2022 a Ducenta nel centenario del locale seminario missionario
Carissimi, tenere un Convegno sulla figura del beato padre Paolo Manna e sul futuro della Missione, non è impresa facile da realizzare. L’ostacolo maggiore sta forse proprio nell’intento stesso del Convegno, quello cioè di raccontare come la Missione, tema certamente attuale anche se non sempre ben compreso nella sua profondità, unisce passato e futuro.
Il nostro Convegno si svolge proprio quando il Pontificio Istituto Missioni Estere (P.I.M.E.) sta ancora celebrando il biennio dedicato ai 170 anni dalla sua nascita, ed ha appena concluso la sua Assemblea Generale Straordinaria per la revisione delle sue Costituzioni. Anche qui, la celebrazione di un evento ben radicato nel passato e lo studio e ricerca di nuove regole perché il PIME sia meglio a servizio della Chiesa nel prossimo futuro. La figura del beato padre Manna, la sua persona e il suo messaggio, così presenti e attuali per ognuno di noi, sa riassumere mirabilmente “passato e futuro”.
Padre Manna, come familiarmente lo chiamiamo, ci ricorda che il “cuore della Chiesa” è un cuore missionario, un “cuore” che come le sistole e diastole, continuamente si contrae, si chiude per nutrirsi spiritualmente, e si rilassa, si apre per irradiare il mondo intero con il Vangelo di Gesù. Senza questa continua apertura, ci ricorda padre Manna con la sua “tutta la Chiesa per tutto il mondo”, la Chiesa e ogni cristiano, va inevitabilmente incontro alla paralisi spirituale, alla inutilità.
Padre Manna ci richiama di continuo il rispetto e la stima per l’altro, soprattutto quando l’altro non appartiene alla tua stessa patria, cultura e religione. I suoi scritti trasudano dell’attenzione verso il metodo con cui approcciare gli altri che sono diversi da te, della delicatezza su come formarli alla vita cristiana e sacerdotale. Attenzione, delicatezza, stima e rispetto, uso del buon senso, perché l’altro arrivi a servirsi delle sue proprie forze e capacità, per crescere e maturare umanamente e spiritualmente.
L’essenza e attualità del messaggio di padre Manna, risiede infine nella sua passione per Gesù Cristo, per la Missione, per i missionari. I suoi scritti lo dimostrano: senza alcun dubbio, padre Manna è stato un uomo “di passione”, appassionato per l’uomo e del Vangelo, che rende l’uomo più umano. Sue sono queste parole: “il missionario deve nutrire un tenero amore, deve avere una vera passione per le anime …il Crocifisso ci fece missionari, ed è il Crocifisso ancora che deve nutrire in noi l’amore per le anime”.
A noi che viviamo oggi in un mondo sempre più digitale e siamo parte di una società fluida, dove le vere passioni sembrano venir meno, padre Manna dice: sii un cristiano appassionato. Le sue parole e il suo esempio, ci ricordano che la passione per le realtà che alimentano la nostra fede, per Gesù e per la Chiesa, per la Missione, è già annuncio di speranza per le persone che incontriamo. Privi di questa passione, rischiamo di diventare burocrati del sacro; e, oltre a non annunciare alcunché, non riusciremo nemmeno ad essere mai testimoni né di gioia né dell’entusiasmo di essere cristiani.
Vi ringrazio di cuore per la vostra presenza quest’oggi, e in modo particolare ringrazio i relatori di questo Convegno e i confratelli che risiedono qui a Ducenta, sede esattamente da cento anni del primo Seminario Missionario per l’Italia Meridionale. Di nuovo grazie.