Nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, la Casa della famiglia abramitica è stata inserita quest’anno tra i cento World’s Greatest Places. Progettata dal pluripremiato architetto anglo-ghanese David Adjaye, unisce una moschea, una chiesa e una sinagoga, intorno a un giardino comune
Sull’isola di Saadiyat, il distretto culturale di Abu Dhabi, la luce accecante del Golfo Persico, riflessa dall’acqua, attraversa la sagoma elegante di tre edifici candidi dalla forma squadrata, uniti da un grande giardino. I cubi, dalle dimensioni identiche, hanno però una struttura esterna differente e non sono allineati tra loro: la direzione di ciascuno – uno guarda la Mecca, uno Gerusalemme e il terzo è rivolto a Oriente – ha un significato religioso. Il complesso, chiamato la Casa della Famiglia abramitica, riunisce infatti una moschea, una sinagoga e una chiesa cattolica ed è l’eredità della storica visita di Papa Francesco ad Abu Dhabi e del Documento sulla fratellanza umana firmato nel febbraio 2019 con il grande imam di al-Azhar.
Opera del pluripremiato architetto anglo-ghanese David Adjaye, la struttura inaugurata un anno fa ospita oggi le funzioni delle tre comunità ma anche momenti unitari ed eventi culturali. Il Forum, ricco di video installazioni sulle fedi che si rifanno al patriarca Abramo, si apre sul giardino sopraelevato, elemento simbolico di connessione tra i luoghi di culto. Se il soffitto della sinagoga richiama le palme intrecciate per la Festa delle capanne, le colonne slanciate della chiesa rimarcano la relazione tra incarnazione e resurrezione, mentre nella moschea la luce filtra attraverso i ricami della mashrabiya, parete reticolata tipica dell’architettura islamica. E a collegare ogni elemento, il motto all’ingresso della struttura: “Diversi nella fede, uniti nell’umanità”.