Fondato nell’Alta Maremma nel 1996 con il lavoro dei monaci in una sintesi tra antico e nuovo recupera i terreni abbandonati. L’olio e tutti gli altri prodotti sono in vendita anche al Negozio Pime
Regalare a Natale una confezione di prodotti alimentari è uno dei segni più tradizionali della festa. Ma – come ormai tutti sappiamo – può diventare anche l’occasione per sostenere concretamente il lavoro di alcune realtà. E tra le attenzioni proposte da alcuni anni a questa parte dal Negozio Pime, c’è anche la valorizzazione dell’opera dei monasteri, dove nel solco della tradizione il lavoro e la preghiera diventano un segno importante per tutti. E tra i produttori delle idee regalo per il Natale di quest’anno vale la pena di segnalarne in particolare uno, che ha una storia significativa: il monastero benedettino di Siloe, che sorge a Cinigiano, in provincia di Grosseto, nel cuore della Maremma. Si tratta infatti della storia di una nuova fondazione recente, sorta con uno sguardo che attualizza in una maniera del tutto particolare quella cura del creato che è una costante della vocazione monastica.
«Siamo nati nel 1996 – racconta dal monastero di Siloe padre Stefano Piva -. Siamo un piccolo gruppo di benedettini provenienti da una precedente esperienza monastica e altri che si sono uniti. Attualmente siamo in otto: viviamo la Regola di san Benedetto come associazione pubblica di fedeli con riconoscimento diocesano del vescovo di Grosseto».
Perché un’esperienza monastica nuova? «Il riferimento a san Benedetto accomuna tutti – risponde padre Stefano – ma in ogni monastero lo si vive in una maniera un po’ diversa. La nostra esperienza ci porta a sottolineare alcuni aspetti della Regola: l’interiorità, la riscoperta del figlio di Dio presente in ciascuno di noi, il cammino per un cambiamento interiore. A volte anche nella vita monastica rischia di prevalere l’esteriorità, una certa forma; per noi invece è centrale il riferimento alla persona e alla sua crescita spirituale. E poi la dimensione delle relazioni: la rinascita spirituale non è un discorso individuale. Anche le relazioni troppe volte rischiano di essere un punto debole nel monachesimo. Per questo cerchiamo di vivere anche all’interno della comunità un clima molto fraterno e di condividerlo con le persone che ospitiamo».
Condivisione che parte anche dal contesto in cui il monastero di Siloe si trova. «Siamo capitati qui in Maremma grazie alla donazione di un terreno – racconta il monaco -. Veniva chiamato “Le Piscine” perché conteneva una sorgente d’acqua; per questo abbiamo scelto di chiamare la nostra comunità Siloe, come la piscina dove Gesù invia il cieco per essere risanato nel Vangelo di Giovanni. Nella diocesi di Grosseto non c’erano monasteri attivi né presenze antiche da recuperare. Così – in accordo con il vescovo – abbiamo deciso di costruire anche un edificio completamente nuovo». Un luogo che già parla anche attraverso la sua struttura architettonica, realizzata ancora solo in parte.
«Per la pianta – spiega padre Stefano – abbiamo ripreso quella delle abbazie cistercensi del XII secolo, ma integrandola con l’architettura contemporanea e le tecniche e i materiali della bio-architettura, che valorizza come materiali il vetro e il legno. Ci è sembrato un modo per stare dentro il contesto di grande bellezza in cui ci troviamo che è quello dell’Alta Maremma, alle pendici del monte Amiata. E da qui è nato anche il criterio per la nostra piccola azienda agricola, che portiamo avanti seguendo le tecniche dell’agricoltura biologica. Lo spirito è quello di un profondo rispetto verso l’ambiente che si unisce all’autenticità di relazioni alla quale teniamo tanto. Perché l’autenticità si vive anche nel proprio rapporto con il creato».
Un’azienda piccola, ma che sta crescendo anche grazie alla vendita di prodotti come l’olio, la pasta e le conserve che sono tra le proposte natalizie di quest’anno del Negozio Pime. «Da due anni a questa parte abbiamo un operaio che ci aiuta, perché l’attività si è molto incrementata – raccontano ancora dal monastero -. Eravamo partiti con 200 ulivi, adesso ne abbiamo 2.000. Lo stesso primo terreno, quello da cui abbiamo preso il nome, si è rivelato inadatto per costruire il monastero e quindi oggi è un uliveto. Il lavoro è tanto, anche perché i nostri sono terreni non utilizzabili industrialmente, aree marginali che richiedono molto impegno e fatica. Erano terreni abbandonati o che lo sarebbero presto stati, perché chi guarda solo al discorso del reddito non li prende nemmeno in considerazione».
E in questa crescita a partire da ciò che viene scartato c’è anche un altro significato particolare: «Recuperiamo uliveti che erano stati piantati 70 o anche 100 anni fa. Per noi recuperare la fatica delle persone che avevano piantato questi ulivi ha un significato importante. Recentemente, per esempio, abbiamo acquisito un piccolo pezzettino di terra in cui non si vedevano nemmeno più, tanto ormai erano stati invasi dalla vegetazione spontanea. Vedere questi alberi ritornare alla pienezza della vita ci ha dato una gioia grande». Siloe infine è anche un luogo di accoglienza: «Di qui passano persone tra loro molto diverse – racconta padre Stefano – che hanno bisogno di staccare e riflettere un po’ su se stesse. Abbiamo però solo quattro stanze per accogliere. Un po’ perché il monastero non è ancora completo, ma anche per scelta: non pensiamo ad accogliere grandi gruppi, ma a instaurare una relazione personale anche con chi viene da noi».
Il catalogo natalizio del Negozio Pime
II prodotti della Comunità monastica di Siloe sono solo una delle proposte del Negozio Pime per il Natale 2020. Il catalogo completodelle offerte è disponibile sul sito negozio.pimemilano.com, dal quale è possibile anche acquistare direttamente attraverso l’e-commerce. Tra gli altri prodotti segnaliamo come ogni anno il panettone, i biscotti e le confetture a marchio Pime e i prodotti delle cooperative sociali che anche in Italia aiutano chi ha più bisogno. Tutti gli acquisti effettuati presso il Negozio Pime vanno a sostenere l’opera dei missionari dell’Istituto nel mondo.