«Mo Ni Bah»: Buon Natale dalla Costa d’Avorio

«Mo Ni Bah»: Buon Natale dalla Costa d’Avorio

Padre Anand termina la sua rubrica con la tradizionale espressione di benvenuto indirizzata ai neonati e alle loro mamme. Un saluto che la Chiesa ivoriana usa anche per la nascita di Gesù

Dicembre è un mese molto speciale: per alcuni è freddo, qui è caldo; per certi è un periodo di grandi spese, per altri di celebrazione. È l’ultimo mese dell’anno, ma può essere anche l’inizio di una nuova storia. E per noi? Non è un mese come gli altri. È un tempo davvero speciale, perché si celebra la nascita di Gesù, un avvenimento che nel nostro villaggio di Ouassadougou è molto sentito.
Qui, ogni volta che nasce un bambino si usa un’espressione molto tipica: «Mo Ni Bah». Che ha un duplice significato: vuol dire «benvenuto» al fanciullo che è la causa della nostra gioia; ma è anche un messaggio di riconoscenza anche per la mamma: «Grazie a te che ci hai dato questo bambino».
Ogni volta che c’è una nascita nel villaggio, la felicità è grande. Tutti fanno visita al neonato, presentano gli auguri alla madre e a tutta la famiglia. In questo nostro contesto rurale ivoriano, il bambino che nasce è parte della grande famiglia allargata che è il villaggio. Quindi tutti celebrano quest’occasione. Grazie alla nascita, infatti, la famiglia diventa più numerosa e forte. Mentre la morte ci rende tutti più piccoli e fragili.
Per questo, ognuno va a salutare la famiglia e la neomamma, augurando «Mo Ni Bah» e portando dei doni: sono cose molto semplici, come il sapone che serve per lavare il bambino, abiti nuovi per vestirlo e altre piccole cose utili.
L’espressione «Mo Ni Bah» è diventata anche patrimonio della Chiesa cattolica della Costa d’Avorio. In occasione del Natale, la usiamo per rivolgerci a Maria, la madre di Gesù, dicendole «Marie Mo Ni Bah», che vuole dire: «Grazie Maria! È grazie a te che abbiamo un bambino». Ma non è un neonato qualunque, è l’Emmanuele, un bambino che ci salverà e che sarà all’origine della nostra redenzione e della nostra gioia perenne. Lo stesso augurio significa «Benvenuto Gesù!». Benvenuto, non solo nel nostro mondo, ma anche nelle nostre famiglie e nella nostra vita personale. Ecco, dunque, il nostro augurio per questo Natale: un augurio di ringraziamento a Maria che ci ha dato un fratello e di benvenuto all’Emmanuele, che resterà con noi.
Da parte mia, colgo l’occasione per portare il mio saluto a tutti voi, al termine di questo anno trascorso insieme. E aggiugno un augurio speciale per un Santo Natale e un felice anno 2024!

 

Si conclude con questo numero la rubrica di padre Anand Krishna Mikkili da Ouassadougou, in Costa d’Avorio. L’anno prossimo il testimone passerà a suor Roberta Pignone, missionaria dell’Immacolata in Bangladesh.