EDITORIALE
Il nostro ex direttore scomparso qualche settimana fa è stato uno dei più grandi e dinamici inviati italiani di sempre per numero di Paesi visitati e situazioni affrontate. Dando così prova del fatto che giornalista è colui che vede e riporta da dove le cose accadono
Il 20 dicembre scorso è mancato padre Piero Gheddo, direttore della nostra rivista dal 1959 al 1994. Aveva 88 anni. E aveva speso tutta la vita nell’animazione missionaria in Italia. L’avevo “incontrato” per la prima volta nel 1982 su queste pagine, mentre – poco più che ventenne – cercavo uno sbocco alla ricerca di una comunità esclusivamente dedicata alle missioni estere. Il lungo servizio di Gheddo sul numero di agosto-settembre del 1976 – “Il Pime: una proposta per la missione” -, nel cinquantesimo della nascita dell’Istituto (dalla fusione del Seminario Lombardo per le Missioni Estere di Milano con l’analogo Seminario romano dei Santi Pietro e Paolo), mi aveva fornito la risposta definitiva. Quello stesso anno, a settembre, entravo nel seminario del Pime a Monza per gli studi di teologia.
Solo quattro su undici della nostra classe di ordinazione nel 1986 sarebbero poi stati destinati immediatamente alle missioni. A me sarebbe toccata per qualche anno la redazione di Mondo e Missione a Milano, appunto con padre Gheddo. Il primo editoriale che mi affidò finì nel cestino. Scrivevo ancora come uno studente di teologia propenso alle “prediche” e al discorso astratto e libresco. Gheddo ha insegnato a me e ad altri i fondamenti del giornalismo missionario. E se poi nella vita e in missione siamo finiti a fare altro, abbiamo comunque conservato la passione dello scrivere e del comunicare, del parlare chiaro e dell’essere diretti, della semplicità che non è banalità, nonché della prima forma di rispetto per l’interlocutore che è quella di farsi capire.
Questa rivista non è più, come ai tempi di Gheddo, così fitta e tanto densa, ma continua a credere, con le sue quarantamila copie cartacee, il blog mondoemissione.it e le versioni Facebook e Twitter, di poter trasmettere lo stesso spirito e gli stessi contenuti: non solo l’impegno dei missionari, ma la crescita e lo sforzo delle giovani Chiese; non semplicemente la cultura e le tradizioni di popoli lontani, ma il loro diventare oggi sempre più vicini e alla pari, responsabili tutti della crescita dell’unica famiglia umana.
Piero Gheddo è stato direttore di Mondo e Missione e di altre riviste missionarie per trentacinque anni. Ha fondato AsiaNews. Ma i meriti principali non se li è guadagnati in ufficio o in redazione, piuttosto percorrendo il mondo: è stato, infatti, uno dei più grandi e dinamici inviati italiani di sempre per numero di Paesi visitati e situazioni affrontate. Dando così prova del fatto che giornalista è colui che vede e riporta da dove le cose accadono, intervista e fa parlare i diretti interessati, si sveste per quanto possibile delle precomprensioni culturali e ideologiche del tempo per lasciare spazio ai fatti e ai loro protagonisti. Una lezione di cui il giornalismo missionario può solo far tesoro e preservare anche oltre e meglio – nulla vieta – di padre Piero Gheddo.