Nel villaggio di La Concordia, sulle montagne messicane del Guerrero, i missionari del Pime stanno realizzando un dispensario e un centro giovanile
Situato a ottocento metri di altezza, il villaggio di La Concordia, in cui è presente la missione del Pime, ha circa mille abitanti. Siamo in un ambiente molto isolato dove, per raggiungere la città più vicina, occorre viaggiare in fuoristrada quasi due ore e con la stagione delle piogge tutto si complica enormemente.
Viviamo in una zona abitata da comunità di indigeni mixtechi, con cultura e tradizioni diverse rispetto a quelle della gente di città, in tanti aspetti: come modo di pensare, di vestire, di lavorare, di stare insieme e anche di vivere la religione. L’isolamento e la chiusura di questi popoli hanno fatto sì che la loro cultura si consolidasse in secoli di storia.La parrocchia comprende più di 30 villaggi sparsi tra i monti e non facilmente raggiungibili. Questo contribuisce ad aggravare le condizioni di povertà e marginalità in cui vivono le popolazioni locali. Noi missionari siamo accolti da sempre con grande senso di ospitalità e amicizia. La nostra presenza è finalizzata innanzitutto all’accompagnamento delle comunità cristiane e alla realizzazione di piccole iniziative di solidarietà, con i nostri pochi mezzi. Le sfide non mancano. La distanza dalla città non è un grosso problema, soprattutto per noi che abbiamo mezzi di trasporto adeguati. Quanto agli abitanti di queste zone, sono abituati a vivere isolati e, in qualche modo, emarginati. Il problema della distanza, però, diventa serio in caso di emergenza sanitaria, quando anche l’esperienza della gente e i metodi curativi naturali non sono più sufficienti ed efficaci. Per questo è nata l’idea di realizzare un piccolo ambulatorio medico con dispensario farmaceutico, in modo da poter essere d’aiuto alle persone bisognose di assistenza. Nonostante le molte difficoltà e lentezze nella costruzione e la nostra limitatezza di fondi, stiamo cercando di dare il nostro contributo, iniziando innanzitutto a costruire le strutture. Altro tema centrale, che dà senso e ragione anche alla nostra presenza missionaria in quest’area del Messico, è quello dell’educazione. Come diceva un amico prete: «Educazione e salute sono due missioni decisive che fanno parte integrante dell’annuncio del Vangelo». È proprio quello che viviamo qui tutti i giorni.
Il Messico è uno dei Paesi più violenti al mondo: si stimano circa 70 omicidi al giorno, ma sono molto diffusi anche altri fenomeni di criminalità, come tratta di persone, rapimenti, abusi sui minori, violenza domestica e corruzione. Per non parlare del narcotraffico. Sono realtà che, anche se in modo minore, affliggono pure le nostre comunità.In questo contesto, la sfida educativa è una priorità e un’urgenza che ci interpella molto da vicino. Nei villaggi ci sono piccole scuole primarie statali bilingue (spagnolo/mixteco), ma il livello dell’insegnamento è molto scadente. A La Concordia, pochi anni fa, è stato completato il ciclo di studi della scuola superiore. Ma la maggioranza degli studenti vivono in paese, perché è difficile venire sin qui dai villaggi circostanti.
Per questo, ci sembra un ambito su cui è particolarmente importante intervenire se si vuole promuovere qualche prospettiva di cambiamento, partendo in particolare dall’istruzione dei più piccoli e investendo sui giovani, affinché possano avere qualche prospettiva di futuro e non pensino solo ad andarsene o a rifugiarsi nell’alcol.
Per queste ragioni è nato anche il progetto di un centro educativo giovanile che, oltre a organizzare attività per bambini e ragazzi di carattere ludico e pedagogico, vorrebbe proporre iniziative di tipo scolastico come il doposcuola, possibilmente con l’aiuto di adozioni a distanza. In prospettiva, vorremmo accogliere uno o più educatori che si occupino dell’area socio-educativa e un medico o un infermiere per l’area socio-sanitaria.
Le varie costruzioni e ristrutturazioni sono attualmente in corso, nonostante nei mesi scorsi tutto sia stato rallentato dalle piogge torrenziali e da alcuni “incidenti” di percorso, come il danneggiamento del tetto che purtroppo andrà rifatto da capo. Inoltre, anche l’aspetto economico non è cosa da poco: una volta concluse le costruzioni ci sarà da pensare agli arredi, ai materiali e alle strumentazioni necessari per dar vita all’ambulatorio e al centro giovanile. Ma siamo fiduciosi. Lo scorso dicembre, ad esempio, sono state messe finalmente le luci. Un passo alla volta ce la faremo.
IL PIME IN MESSICO
I missionari del Pime sono presenti dal 1992 in Messico, dove sono arrivati su invito delle suore messicane francescane di San Giuseppe. Sin dall’inizio hanno operato nello Stato del Guerrero e precisamente nella diocesi di Acapulco, situata nella zona meridionale del Paese, tra l’oceano e le montagne. Attualmente sono presenti sei padri: Mauro Pazzi, italiano, e Domingos Tchuda della Guinea-Bissau, nella parrocchia di La Concordia; Ferdinand Kouadio Komenan, ivoriano, e Paulo Amorim, brasiliano, nella parrocchia di Ayutla de los Libres. Recentemente sono arrivati in Messico anche padre Castrese Aleandro, italiano, e Hermann Patrick Kpi, ivoriano, che stanno studiando lo spagnolo a Città del Messico.