Vi raccontiamo alcuni dei progetti realizzati dalla Fondazione Pime Onlus con i fondi raccolti attraverso la campagna “Il grido dell’Amazzonia”, portata avanti in occasione del Sinodo
L’avevamo chiamata “Il grido dell’Amazzonia” proprio per sottolineare quanto questa regione del mondo e le popolazioni che la abitano siano portatrici di un messaggio forte per tutto il mondo di oggi. È stata la campagna che ha accompagnato il Centro missionario Pime durante il 2019 come preparazione al Sinodo convocato da Papa Francesco sulla grande foresta dell’America Latina e celebrato in Vaticano durante il mese di ottobre. Un’iniziativa di sensibilizzazione che ha fatto tappa oltre che a Milano in tante altre città attraverso la carovana itinerante di Tuttaunaltrafesta ma anche per mezzo dello spettacolo teatrale “L’Amazzonia non è verde” nel quale – attraverso la narrazione e la musica – abbiamo raccontato le storie dei missionari dell’Istituto che da più di settant’anni sono presenti in questa frontiera del mondo.
Insieme a tutto questo, però, “Il grido dell’Amazzonia” è stata anche una grande iniziativa di solidarietà grazie ai fondi raccolti durante tutti questi momenti attraverso il progetto S138 e la sottoscrizione Pime. Un impegno che i nostri benefattori hanno sostenuto con generosità per dare un futuro a chi vive nella foresta. Ed è un impegno che in Amazzonia sta già portando i primi frutti grazie ad alcuni progetti messi in campo con questi soldi dalla Fondazione Pime proprio insieme ai missionari che con i loro racconti su Mondo e Missione ci hanno guidato nel cammino verso il Sinodo.
L’aiuto dei benefattori del Pime è così risalito lungo il corso del Rio Andirá per arrivare fino all’area dei sateré mawé, la popolazione indigena con cui da quasi cinquant’anni condivide la vita padre Enrico Uggé, missionario del Pime. Rischiavano di scomparire all’inizio degli anni Settanta; oggi invece sono una comunità viva e numerosa, grazie alla Scuola Indigena San Pedro voluta proprio da padre Enrico insieme ai capi locali, un luogo che con gli anni è diventato il cuore della collettività. Così, per dare ancora più forza a questo sogno, in occasione del Sinodo il missionario ha presentato alla Fondazione Pime il progetto per la costruzione al suo interno di una nuova struttura: una palestra. «Tra quanti arrivano ogni mattina con la canoa dai villaggi e quanti si fermano qui anche per la notte alla scuola abbiamo circa 200 adolescenti, ragazzi e ragazze – racconta padre Uggé -. Quando arriva la stagione delle piogge per loro non esiste un posto dove svolgere un’attività. E invece lo sport è una risposta educativa importante per chi oggi si trova sballottato tra il mondo tradizionale e la modernità. Un’alternativa all’alcol e alla droga che purtroppo arrivano anche qui».
“Il grido dell’Amazzonia” – dunque – alla Scuola Indigena San Pedro è diventato un cantiere. Operazione non proprio semplicissima: in un posto in mezzo alla foresta dove non esistono strade anche il cemento e tutti gli altri materiali necessari per la costruzione devono infatti viaggiare lentamente lungo il fiume. Ora però sono cominciati i lavori per quella che diventerà l’unica palestra nel raggio di 7.000 chilometri quadrati (più o meno un terzo della Lombardia); e presto la struttura – molto semplice, aperta sui lati – sarà a disposizione dei ragazzi per le partite di calcetto e pallavolo, ma anche per le cerimonie tradizionali dei sateré mawé.
Ha atteso invece la fine della stagione delle secche a Manaus la canoa di cui avevano bisogno le Missionarie dell’Immacolata della comunità di Santa Rita do Weil. Adesso però sta facendo rotta verso la loro comunità nell’Alto Solimoes. Anche questo è un progetto che le suore avevano suggerito alla Fondazione Pime Onlus per rispondere a una necessità molto concreta: raggiungere tutte le comunità che si trovano sul fiume in questo territorio dove loro dalla Pasqua del 2018 sono tornate a essere una presenza stabile della Chiesa cattolica dopo che per vent’anni in quest’area non era presente nessun missionario. Un ministero per gli indios (in questo caso di etnia ticuna e kokama) ma anche tra i ribeirinhos, le popolazioni meticce che vivono sulle sponde del fiume. Con la canoa acquistata grazie alla generosità dei nostri benefattori ora le suore potranno quindi raggiungere con più facilità anche le comunità più lontane dalla cittadina, che sono quelle più abbandonate da tutti.
Risuonerà infine ancora più forte pure in città “Il grido dell’Amazzonia” grazie alle nuove strumentazioni che con i fondi raccolti dalla Fondazione Pime è stato possibile acquistare per TeleRadio Alvorada, l’emittente della diocesi di Parintins, dove da vent’anni ormai è vescovo mons. Giuliano Frigeni, missionario dell’Istituto. Una voce preziosa per raccontare e accompagnare la vita di un centro che sta crescendo velocemente ai margini della foresta e si trova ad affrontare nuove sfide non sempre facili. Con le trasmissioni tv e i programmi radio che raggiungono anche i villaggi più lontani sarà dunque possibile far crescere quella “Chiesa dal volto amazzonico” che Papa Francesco con il Sinodo ha auspicato.