Un ricordo di padre Mezzadonna, infaticabile tuttofare negli anni trascorsi al Centro missionario di Milano: dall’impegno nelle riviste e con i giovani al lancio delle Adozioni a distanza
Ci sono uomini così, che escono dalla vita in punta di piedi. Come se non volessero, fino all’ultimo, disturbare. E non perché non abbiano mai occupato posizioni di responsabilità, ma perché non se ne sono impossessati. Per questo sono riusciti a congedarsi in tempo.
Uno di questi è stato certamente padre Mauro Mezzadonna, infaticabile tuttofare nei lunghi anni trascorsi al Centro missionario di Milano. Sempre presente, attivo. Pioniere, anche. Quando con l’aiuto del solerte ragionier Bollini, o della signora Rosa, per citarne solo alcuni, seguiva con indomita passione le innumerevoli adozioni a distanza che proprio lui, in Italia, aveva inaugurato.
La vita terrena di padre Mauro è termina un martedì dello scorso novembre, precisamente il giorno 5, alla veneranda età di 90 anni. Nato a Sutri, in provincia di Viterbo, il 18 dicembre 1928, il 6 gennaio viene battezzato e il 9 ottobre del ’38 riceve la prima comunione e la cresima. Dopo la conclusione delle scuole elementari, a Sutri, adolescente si trasferisce nel collegio salesiano di Villa Sora a Frascati (Rm), e vi rimane fino al primo anno di liceo. Si trasferisce quindi a Roma, al S. Apollinare, ospitato dai nonni materni, finché consegue la licenza liceale.
Forse la visione del film Le chiavi del Paradiso, tratto dal romanzo di Cronin Le chiavi del Regno, lo convince a sposare la causa dei missionari ed entra nel Pontificio Seminario regionale di La Quercia, a Viterbo, dove riceve la veste talare il 18 dicembre ’48. Qui avvia la sua vita spirituale e caritativa, con visite a ospedali e ospizi. Il 13 settembre del 1949 lascia la sua terra natale ed entra nel Pime di Milano.
Alla fine dei quattro anni di Teologia, il 27 giugno del 1954 viene ordinato sacerdote nel Duomo di Milano dal cardinale Schuster. Inviato a Roma per proseguire gli studi, nel 1956 consegue la Licenza in Missiologia, presso l’Università Urbaniana di Propaganda Fide.
Per sostituire padre Angelo Lazzarotto, destinato a Hong Kong, rientra a Milano, dove assume l’incarico prima di redattore di Italia Missionaria, poi dell’allora periodico per amici e benefattori Propaganda Missionaria, fondato dal beato Paolo Manna, al quale sarà proprio lui a cambiare il nome in Missionari del Pime, portando le copie da 20.000 a oltre 100.000. Non sono queste le uniche attività che vedono all’opera il nostro padre Mauro: anche il Museo Popoli e Culture, la biblioteca, la fototeca, l’archivio, il bar con la cucina attrezzata, la gestione della cappella e delle sale del nuovo Centro missionario (1961).
Finché, nell’ottobre del ’69, il nuovo direttore del Centro, padre Osvaldo Pisani, gli offre la possibilità di dedicarsi interamente all’Ufficio Aiuto Missioni, al quale riserva un’intera pagina di Missionari del Pime in cui, ogni mese, padre Mauro fa la sua comparsa con la rubrica “Cari amici”. Contemporaneamente, padre Mauro dà vita all’Associazione Missionaria d’Appoggio (“Ama”), un folto gruppo di giovani e adulti che lo ha affiancato per lunghi anni. Sono memorabili i sabati pomeriggio trascorsi a raccogliere scatolame, carta, indumenti, medicinali, giocattoli, francobolli usati fino alla preparazione di pannelli (con l’aiuto di fratel Bassani) per mostre e spettacoli, il tutto finalizzato alla raccolta di fondi per le missioni. Le attività trovano il loro culmine naturale durante la preparazione e lo svolgimento del Congressino missionario di settembre, da sempre considerato l’evento clou dell’anno.
È del 1973 il lungo viaggio intrapreso per visitare le missioni del Pime, viaggio da quale padre Mezzadonna riporterà per l’archivio storico migliaia di foto e diapositive e reperti per il Museo.
Il suo impegno nell’Uam conosce un significativo incremento dal 1988, arrivando a completare ben 3.200 progetti e a portare le “Adozioni d’Amore” a distanza al considerevole numero di 17.000 unità. Oggi lo paragoneremmo senza esitazioni a un computer “multitasking” grazie alla sua capacità di seguire con dedizione innumerevoli tematiche e persone. Finché l’età non più giovane, l’avvento del nuovo millennio, il passaggio all’euro, l’informatizzazione inarrestabile lo mettono in difficoltà, lui abituato a gestire tutto con la memoria e i supporti cartacei.
Pensando di non essere indispensabile, padre Mauro ottiene di essere trasferito nella Casa generalizia del Pime a Roma, il 29 febbraio del 2000. Questo non segna la fine della sua attività: a Roma segue l’Archivio storico dell’Istituto, oltre ad aiutare il Postulatore generale padre Alfonso Bassan. Anche dalla capitale, padre Mauro resta fortemente legato alle varie attività e progetti che lui aveva iniziato e promosso, ai suoi amici e benefattori milanesi. Afflitto dal diabete, ma sempre lucido, trascorre serenamente gli ultimi mesi di vita a Sutri, amorevolmente accudito dalla nipote.
Per molti, se non per tutti coloro che lo hanno conosciuto, rimane un valido esempio e un grande amico.