IL BELLO DELLA FEDE
«Voglio essere thailandese e cristiano» racconta il pittore Sawai Chinnawong
La parola di Dio non solo può essere espressa nelle diverse lingue del mondo, ma può anche venire rappresentata visivamente attraverso la bellezza di differenti stili artistici. Lo afferma con convinzione il pittore thailandese Sawai Chinnawong (nato nel 1959): «Io credo che Gesù Cristo sia in ogni cultura e ho scelto di celebrare la sua presenza nelle nostre vite attraverso le forme tradizionali di quella thai».
Il suo amore per la pittura nasce quando, ancora bambino, resta incantato a osservare la realizzazione di alcuni dipinti a parete in un monastero buddhista, e si consolida nella scuola di arte che frequenta a Bangkok. Poi, appena ventenne, viene folgorato dall’incontro con il cristianesimo e prosegue gli studi alla facoltà di teologia dell’università di Payap a Chiang Mai. Arte e fede diventano così i pilastri su cui poggia per intero il suo itinerario artistico e di vita: Sawai prende ispirazione dalle forme d’arte tradizionali thai e buddhiste per dar voce alla sua anima di credente.
«Voglio essere thailandese e cristiano», afferma. Le sue opere parlano attraverso un’iconografia di tipo occidentale, per il modo in cui sono strutturate le immagini e per i temi cristiani narrati, ma allo stesso tempo sono immerse in un’ambientazione e in elementi propri della cultura thailandese: Cristo bambino è vestito con l’abito tradizionale, il sarong, e la sua pettinatura riproduce l’ushnisha, la protuberanza cranica del Buddha simbolo di illuminazione e di intelligenza superiore; Maria indossa la gonna tubolare pha sin e fiori bianchi tra i capelli; il loto, bellissimo fiore che si solleva dal fango e diventa per questo simbolo buddhista di purezza, riempie la natura; lo spazio sacro nelle immagini è definito visivamente alla maniera tradizionale thai con l’uso dei colori rosso e oro e attraverso una linea blu spezzata (sinthao).
Sawai accoglie nel suo mondo espressivo anche la dimensione del dolore e il sentimento altrettanto potente della gioia, elementi del tutto estranei in una cultura in cui prevale l’insegnamento del Buddha fondato sulla ricerca di serenità, il distacco dal mondo e l’assenza di turbamento. Nelle sue opere infatti trovano spazio sia la sofferenza di Cristo, da cui nasce la salvezza per il mondo, sia eventi ricchi di gioia, celebrati attraverso movimenti di corpi che sembrano danzare in una moltitudine di colori.