Suor Roberta Pignone, missionaria dell’Immacolata e direttrice del Damien Hospital, ci accompagna nel corso del 2024 con questa rubrica da Khulna, nel Sud del Bangladesh
Pallabi oggi ha 36 anni e appartiene a una famiglia indù di casta alta. Viveva serena con i genitori, i fratelli e le sorelle, ma all’improvviso il padre si è ammalato ed è morto. In mancanza dell’unica persona con uno stipendio, si sono ritrovati in difficoltà e così la madre e la sorella si sono impegnate in lavori di sartoria e lei ha cominciato a lavorare come domestica.
A quel tempo Pallabi aveva 15 anni e non aveva mai avvertito alcun problema fisico, però i bacilli della lebbra si erano moltiplicati nel suo corpo e il suo sistema immunitario si era indebolito. Sulla sua pelle sono comparsi i primi segni della malattia: numerosi noduli, infiltrazioni cutanee, gonfiore ai lobi delle orecchie, dita ad artiglio e le prime ulcere ai piedi. I nervi periferici erano ormai seriamente compromessi. Inviata al nostro ospedale – il Damien Hospital delle Missionarie dell’Immacolata – le è stata diagnosticata la lebbra. Abbiamo iniziato immediatamente le cure e la fisioterapia per la correzione della disabilità. Attraverso il controllo dei contatti, sua madre, la nonna, la sorella, la zia e sua cugina sono state anch’esse identificate come malate di lebbra. A causa dello stigma sociale, le persone della comunità locale le evitavano e si sono così ritrovate ad affrontare un momento particolarmente difficile.
Il personale del nostro Progetto contro la lebbra, oltre a continuare i trattamenti, ha cercato di aiutare Pallabi a rendersi autosufficiente attraverso una formazione professionale. Ora è una sarta esperta ed è riuscita a crearsi una clientela fissa che le permette di mantenere se stessa e la sua famiglia. Pallabi si è anche sposata tre anni fa ed è felice con la sua bellissima figlia e suo marito che ha accettato la malattia. Un caso rarissimo! Attualmente non ha bisogno di trattamenti, deve solo prendersi cura del suo corpo, evitando la formazione di calli ai piedi e alle mani, che sono privi di sensibilità, e che a lungo termine provocano la formazione di ulcere. Pallabi dice che non dimenticherà mai l’amore di tutto lo staff del nostro ospedale. E oggi, come volontaria, aiuta a sensibilizzare le persone sui segni e i sintomi della lebbra, perché sia diagnosticata tempestivamente.
Pallabi prega il suo Dio per tutti i malati e per le persone che si prendono cura di loro. Si unisce così al nostro desiderio di realizzare quanto deciso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in collaborazione con il governo del Bangladesh: «Niente più discriminazione, niente più stigma. Eliminazione della lebbra entro il 2030». Questo è stato il tema del Congresso nazionale sulla lebbra tenutosi a Dhaka lo scorso novembre e questo è lo spirito con cui celebriamo la Giornata mondiale contro la lebbra del 28 gennaio. Qui in Bangladesh, come ovunque, l’unione fa la forza! E questa lotta noi la vogliamo vincere!