Dalla scuola alla sanità, dall’accesso al cibo fino all’integrazione sociale, un progetto promosso da Lorenzo Dilena, dell’Associazione Laici Pime, si rivolge alle persone più vulnerabili dell’Estremo Nord del Camerun
Una donna ustionata per un incidente domestico che da quattro giorni giaceva agonizzante su una stuoia. Studenti rimasti a casa perché non avevano pagato le tasse scolastiche. Detenuti in condizioni disumane. E poi donne anziane abbandonate a se stesse, senza cure e senza cibo, madri sole prive anche del necessario per un pasto quotidiano, persone con difficoltà motorie senza un sostegno.
«Le urgenze e i bisogni che ogni giorno si incontrano a Yagoua sono le più disparate», racconta Lorenzo Dilena, volontario dell’Associazione Laici Pime (Alp) che opera nell’Estremo Nord del Camerun dal 2021. «Tutte queste storie però hanno in comune una cosa: donne e uomini di ogni età e di ogni religione si ritrovano soli con un bisogno urgente, bloccati da una situazione di vita che non lascia loro alcuna speranza nel domani».
Come accade in molti Paesi, anche in Camerun l’impatto della globalizzazione e più in generale di un modello di sviluppo economico iniquo lascia indietro molte, troppe persone. Gli antichi legami di solidarietà del villaggio e della famiglia sono rotti. La corsa a migliori condizioni di vita fa sì che molti abbandonino le campagne in direzione delle grandi città e così si finisce per spezzare i legami famigliari e sociali di un tempo.
Questo quadro è ulteriormente aggravato da una situazione politica e sociale stagnante. I diritti in Camerun sono affermati sulla carta e vengono sistematicamente violati ogni giorno, la corruzione è capillare e soffocante. Nel Paese la miseria è diffusa e il clientelismo pervade tutti i settori dell’economia e della pubblica amministrazione. Secondo le classifiche di Transparency International, il Camerun è tuttora tra i Paesi più corrotti al mondo – al 144esimo posto su 180 per trasparenza (2021). È da questo contesto che nasce il progetto “Una speranza per gli ultimi” (K832), che Lorenzo desidera lanciare in coordinamento con i missionari in loco e con i comitati di base della Caritas e del Codas-Caritas di Yagoua per fornire aiuto materiale ed economico a 400 persone in condizioni di vulnerabilità ed estremo bisogno. Gli assi di intervento sono quattro: scolastico, sanitario, alimentare e sociale.
Per quanto riguardo l’ambito educativo, il progetto si pone l’obiettivo di garantire il diritto all’istruzione attraverso l’acquisto di materiale scolastico e il pagamento della tassa d’iscrizione di bambini e studenti orfani, figli di madri sole o che comunque, pur in presenza dei genitori, vivono situazioni difficili.
L’asse sanitario prevede il sostegno economico per le visite mediche, l’acquisto di farmaci e la copertura parziale di interventi chirurgici di persone con difficoltà economiche. L’obiettivo è prevenire la diffusione di malattie endemiche e legate alla carenza di acqua pulita.
In ambito alimentare è prevista la fornitura di alimenti di base (miglio, riso, zucchero, pesce affumicato, verdure essiccate e legumi, per esempio) a circa 100 famiglie di persone povere e vulnerabili con accesso insufficiente al cibo. In questo caso il progetto interverrà con una integrazione di emergenza per evitare che si arrivi alla malnutrizione o denutrizione. Si tratta quindi di fornire a queste famiglie il sostentamento necessario a una sopravvivenza dignitosa, in attesa di una soluzione più duratura.
Nell’ambito sociale ricadono infine interventi diversi come per esempio il sostegno alle persone sole e abbandonate e a quelle con disabilità, ma anche il supporto straordinario a detenuti ed ex detenuti.
«Ogni giorno ci troviamo a osservare gli effetti nefasti di un processo di sviluppo che strutturalmente crea scarti – osserva Lorenzo -. Gli appetiti di rapina ne sono il carburante e la corruzione sistemica e capillare l’olio che fa girare tutto l’ingranaggio».
È in questo contesto economico, sociale ed etico di estremo bisogno che si inserisce l’intervento progettuale del volontario Alp, che punta a tendere una mano a chi è rimasto solo ed escluso dalla società, schiacciato da situazioni apparentemente piccole ma infinitamente più grandi delle proprie forze. Per ridare un briciolo di speranza agli ultimi.
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Sostieni il progetto “Una speranza per gli ultimi. Un progetto di assistenza e sostegno a 400 persone vulnerabili” – K832: offrirai un aiuto concreto d’urgenza a bambini, donne e persone in difficoltà.
Puoi donare al progetto con carta di credito o PayPal a questo link: dona.centropime.org/unasperanzapergliultimi o con bonifico bancario all’Iban IT89M0623001633000015111283, causale: K832.