Dopo l’esperienza di Lisbona, il ritorno in Italia dei giovani dell’animazione Pime è un invito a continuare a camminare: sui percorsi delle loro vite illuminati da un’esperienza che continuerà a riverberare a lungo
«Conosco delle barche che si graffiano un po’ sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora, ogni giorno della loro vita e che non hanno paura a volte di lanciarsi fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche che tornano in porto lacerate dappertutto, ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno, e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti perché hanno un cuore a misura di oceano». (Jacques Brel)
Il mare, fin da Omero, è evidentemente metafora della vita. La tradizione cristiana poi lo ha reso anche frontiera di pellegrinaggio. Per questo forse padre Alessandro Canale, missionario del Pime, ha deciso di consegnarci questa poesia di Jaques Brel come “buon viaggio”. Il nostro cammino non si ferma a Milano: le emozioni, gli incontri che abbiamo vissuto, le testimonianze e le tante “presenze” con cui siamo entrati in contatto muoveranno ancora i nostri cuori e i nostri corpi dopo il nostro rientro. Nuovi porti, nuovi empori, nuove rotte, onde e bonacce, canicole e tempeste ancora ci aspettano. Il propellente sarà la ricchezza accumulata nel nostro pellegrinaggio: la necessità di condividere quella gioia che non può non espandersi, come un profumo, come un nardo prezioso che esala da una boccetta infranta.
Tantissime ore di autobus ci hanno riportato nei luoghi dove avevamo sostato già nel viaggio d’andata. Tappe quasi forzate, che però non ci hanno privato di altri momenti di gioia: a Madrid abbiamo reincontrato la comunità con cui avevamo condiviso una splendida serata, e quel gemellaggio di gioia e musica si è come rinfrancato e arricchito. Anche a Barcellona poi ci siamo concessi un momento di festa e di ringraziamento: al Signore, alle nostre guide spirituali e ai cuochi che ci hanno aiutato.
L’ultima tappa ci porta dalla Catalogna a Milano in un’unica tratta. L’utimo botto di uno spettacolo pirotecnico incredibile, in cui ciascun pellegrino ha “illuminato” il suo e nostro firmamento con il suo carisma e la sua luce. Più che “Arrivederci”, è giusto ancora dirci “Buon Cammino”: sui percorsi delle nostre vite, che certamente si intrecceranno di nuovo e che mirano inevitabilmente verso Dio.