Francesco ha inviato attraverso il nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò una lettera per chiedere che non venga eseguita la condanna a morte di Kelly Gissendaner. Ma lo Stato della Georgia ha comunque rifiutato la grazia: l’esecuzione resta fissata per stanotte
Dopo l’appello al Congresso degli Stati Uniti di pochi giorni fa papa Francesco è intervenuto direttamente per fermare l’esecuzione di Kelly Gissendaner, fissata per questa sera alle 19 ora locale in Georgia (l’1 di notte in Italia).
Il Papa ha inviato – attraverso il nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò – una lettera alle autorità dello Stato della Georgia che devono decidere sulla grazia. Nel breve messaggio (che si può leggere a questo link) viene ripreso il passaggio dedicato da papa Francesco alla pena di morte nel discorso del Congresso.
«Questa convinzione (della necessità di difendere la vita in ogni situazione ndr) mi ha portato, fin dall’inizio del mio ministero, a sostenere a vari livelli l’abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini».
Il nunzio Viganò nella lettera aggiunge poi a nome del Papa queste parole: «Pur senza ridurre la gravità del crimine per il quale la signora Gissendaner è stata condannata, ed esprimendo al tempo stesso vicinanza alle vittime, vi imploro comunque, in considerazione di queste ragioni, di commutare la sentenza in un’altra che possa esprimere meglio tanto la giustizia quanto la misericordia».
Sulla vicenda di Kelly Gissendaner e sugli altri due detenuti la cui esecuzione è fissata negli Stati Uniti nelle prossime ore leggi questo aticolo.
Neanche questo intervento personale di papa Francesco al momento sembrerebbe però destinato ad avere successo. La commissione dello Stato della Georgia a cui era stato rivolto l’ultimo appello ha infatti comunque negato il gesto di clemenza: l’esecuzione di Kelly Gissendaner resta fissata per le 19 ore locale.
Intanto su un’altra delle esecuzioni capitali in programma per questi giorni – quella di Richard Glossip, fissata per domani in Oklahoma – l’avvocata ha presentato un nuovo ricorso alla Corte Suprema federale a Washington. Ed è molto probabile – a questo punto – che anche in questo caso ci sia un intervento analogo a quello compiuto dal nunzio apostolico in Georgia. Tanto più che il caso di Glossip è particolarmente controverso: l’uomo si dichiara innocente ed accusarlo di essere il mandante dell’omicidio del suo datore di lavoro c’è solo la testimonianza dell’esecutore materiale del delitto, che in forza di questa sua accusa si è visto risparmiare a sua volta la condanna alla pena di morte.