Nonostante gli applausi a Francesco non si ferma il boia negli Stati Uniti. Resta fissata per stasera in Georgia l’esecuzione di Kelly Gissendaner. E mercoledì quella sul caso controverso di Richard Glossip in Oklahoma
Nonostante l’appello fortissimo lanciato dal Congresso da papa Francesco contro la pena di morte gli Stati Uniti vanno avanti con le esecuzioni capitali. E solo un miracolo dell’ultima ora potrebbe ormai fermare quella di Kelly Gissendaner, fissata per stasera alle 19 in Georgia (quando in Italia sarà l’1 di notte).
Già alla vigilia dell’arrivo di papa Francesco negli Stati Uniti raccontavamo su questo sito le vicende di Kelly Gissendaner e di Richard Glossip, l’altro detenuto che in Oklahoma rischia di vedere eseguita la sua condanna a morte domani. Poi sono arrivate le parole di Bergoglio, ulteriormente rafforzate domenica dalle altre pronunciate durante l’incontro con i detenuti nel carcere di Philadelphia. Ma non sono bastate neanche a rallentare la macchina della morte.
Al momento in Georgia resta confermata l’iniezione letale a Kelly Gissendaner: un’ultimissima speranza è affidata alla commissione sulla grazia che si riunirà nel pomeriggio per riesaminare un’ultima volta il caso. Ma va ricordato che la stessa commissione si è già pronunciata contro su questo specifico caso in passato. A chiedere che la pena venga commutata nell’ergastolo sono le figlie di questa donna accusata per l’omicidio del marito, che dopo il padre perderebbero dunque anche la madre. Ma la famiglia dell’uomo ucciso nel 1997 si oppone.
Anche per Richard Glossip, che continua a proclamarsi innocente per l’omicidio di cui è considerato il mandante, le speranze di una commutazione della pena si sono molto ridotte ieri quando la Corte Suprema dell’Oklahoma – con un verdetto risicato (3 giudici contro 2) – hanno respinto la riapertura del processo sulla base di nuove testimonianze che mettono in dubbio l’attendibilità dell’unico accusatore (che è anche l’autore materiale dell’omicidio). Così l’iniezione letale per Richard Glossip è fissata per le 15 di domani (quando in Italia saranno le 22).
Va aggiunto che ai due già indicati si somma anche un terzo caso, quello del detenuto di origini salvadoregne Alfredo Prieto in Virginia: la sua esecuzione dovrebbe svolgersi giovedì 1 ottobre alle 21 ora locale (le 3 di notte in Italia). Per Prieto non ci sono dubbi sulla sua colpevolezza ma balza all’occhio comunque il fatto si tratti di un’immigrato latinos, giunto con la famiglia negli Stati Uniti durante gli anni in cui nel suo Paese infuriava la guerra civile.
Colpisce la vicinanza temporale tra questi tre casi e la partenza di papa Francesco. Che porta forse anche a ricalibrare un po’ il bilancio della visita del Pontefice: quando ascoltiamo i discorsi siamo spesso portati a definire come «storiche» le sue parole; ma sono quasi sempre parole controcorrente. E la disponibilità a metterle in pratica non si misura dagli applausi, ma sulle scelte concrete.