La governatrice Fallin interviene all’ultimo momento per fermare l’esecuzione di Richard Glossip. Per ora è un rinvio al 6 novembre, ma può aprire una breccia
Almeno per stanotte in Oklahoma non si è ripetuto il drammatico epilogo di ieri in Georgia. Con una decisione presa all’ultimo minuto la governatrice Fallin – la destinataria dell’appello di Papa Francesco per un gesto di clemenza – è intervenuta per fermare l’esecuzione di Richard Glossip.
Per il momento si tratta solo di un rinvio legato alla procedura per l’esecuzione della pena di morte. La governatrice ha espresso infatti dubbi sull’uso di un farmaco e per questo ha decretato che l’esecuzione slitti al 6 novembre.
I 37 giorni di proroga sono però preziosi per la difesa che nei giorni scorsi aveva detto di avere nuove prove che dimostrerebbero inattendibile la testimonianza su cui si fonda l’accusa a Glossip. La Corte Suprema dell’Oklahoma – però – aveva rifiutato di prenderle in esame.
Ora invece – grazie a un rinvio “tecnico” – si aprono nuove possibilità su un caso che sta facendo molto discutere negli Stati Uniti, con una forte campagna contro quella che viene definita l’uccisione di un innocente. E sembra evidente che la governatrice Fallin abbia cercato un escamotage per prendere tempo su un caso che sta diventando cruciale per il futuro della pena di morte negli Stati Uniti. Il tutto a pochi giorni dall’appello per l’abolizione totale della pena capitale rivolto da papa Francesco sl Congresso.
Vuol dire che in Oklahoma hanno ascoltato il Papa? Sarebbe azzardato dirlo: la vicenda di Richard Glossip fa discutere l’America da molto prima del viaggio del Papa. Ciò che conta -però -è che il dibattito sulla pena di morte negli Stati Uniti si sta riaprendo. E a questo livello la testimonianza di Bergoglio con l’insistenza sull’incontro tra giustizia e misericordis può diventare molto importante.