Aveva dovuto farsi chiamare «Ibrahim» per poter giocare in una squadra di Alessandria. Finché il cristiano copto Mina Bendary ha deciso di fondare il «Je Suis Team» per combattere le discriminazioni settarie nel mondo del calcio egiziano
Il suo sogno era giocare in un grande club egiziano. E il talento pare ci fosse anche. Ma il problema era un altro: il suo nome, innegabilmente cristiano copto.
È stato così che nel 2015 per avere una maglia nell’Alexandrian Union Club il giovane Mina Bendary dovette accettare di farsi chiamare Ibrahim, più «politicamente corretto» per i tifosi. Finché l’anno dopo ha deciso di risolvere il problema alla radice: ha fondato ad Alessandria il Je Suis Team, una squadra di calcio che ha l’obiettivo di combattere le discriminazioni settarie nello sport, che in Egitto sono tuttora diffuse. Basti pensare che pur rappresentando una quota importante della popolazione del Paese non c’è nessun calciatore copto nella nazionale egiziana.
«La svolta nella mi vita – ha raccontato Mina Bendary al sito di Al Monitor – è arrivata quando i miei colleghi e la mia chiesa mi hanno criticato per aver accettato di cambiare il mio nome. Così ho deciso di dare vita a una mia squadra per aprire le porte ai talenti calcistici cristiani che vivevano le mie stesse difficoltà e aiutarli a seguire i propri sogni. Purtroppo non si tratta di un problema nuovo: sonmo decenni che esiste in Egitto e non ci sono regole chiare che lo affrontino setriamente. Lo sport dovrebbe essere per tutti, indipendentemente dal colore, dall’etnia, dal sesso o dalla religione».
Il Je Suis Team oggi è una squadra in cui giocano anche giovani calciatori musulmani. Era partiti in 20 ma i tesserati sono già diventati 140 provenientio anche da altri governatorati. All’interno del club è nata anche una squadra di calcio femminile, altra disciplina vittima di tanti pregiudizi in Egitto. Le difficoltà non sono però comunque del tutto superate: anche solo per poter militare nella quarta divisione del campionato egiziano il Je Suis Team ha dovuto affiliarsi a un’altra squadra di Alessandria.
Mina Bendary intanto dal campo è passato al ruolo di allenatore-dirigente dei suoi giocatori.«Avevo cominciato a perdere la mia passione per il calcio a causa dei tanti rifiuti ricevuti da diversi club – racconta Mina Samir, uno di loro -. Il problema era sempre il mio nome. Je Suis è stato un raggio di speranza per me, mi ha dato la possibilità di giocare in un campionato. Ma abbiamo ancora tanti diritti da conquistare».