Un gemellaggio ha portato nelle nostre missioni i dirigenti della società sportiva Osa di Sesto San Giovanni per dare vita a un grande torneo e altre attività per i giovani di Moheshpur
È ripartito questo inverno dal Bangladesh il progetto “Csi per il mondo” che dal 2012 si propone di portare in ogni Paese lo stile educativo del Centro Sportivo Italiano, realtà che coinvolge nelle sue attività migliaia di giovani nei nostri oratori. E la prima esperienza del dopo pandemia ha visto coinvolti in un gemellaggio l’Oratorio Sant’Andrea (Osa) di Sesto San Giovanni con una missione del Pime, la comunità di padre Almir Azevedo nel distretto di Dinajpur.
Il progetto “Csi per il mondo” nacque subito dopo il terremoto ad Haiti, con l’obiettivo di portare un segno di speranza nelle zone colpite dal sisma. Dal 2013 l’idea si è però ampliata, coinvolgendo tutti i continenti. «L’attività solitamente si compone di tre diversi viaggi – racconta Massimo Achini, presidente del Csi di Milano che coordina l’iniziativa -. Il primo viaggio ha l’obiettivo di formare allenatori e dirigenti locali; il secondo coinvolge un gruppo di giovani, adeguatamente formati, con un programma di animazione sportiva; il terzo viaggio è quello del gemellaggio vero e proprio con una società sportiva italiana, esattamente come è avvenuto con l’Osa in Bangladesh». Erano stati i missionari del Pime in Bangladesh a manifestare il proprio interesse per l’iniziativa. I dirigenti dell’Osa si sono recati nel Paese per una settimana tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Prima tappa Dhaka, che hanno descritto nel loro “diario di bordo” come una metropoli grande e caotica ma anche molto ospitale. Poi si sono spostati a Dhanjuri, dove si trova la missione di padre Fabrizio Calegari. Infine sono arrivati a Moheshpur, la parrocchia dedicata a San Giuseppe di padre Almir Azevedo, missionario brasiliano che da sempre organizza tornei sportivi per i giovani.
La parrocchia è sede di un centro di aggregazione per i ragazzi; con loro l’Osa ha dato vita a un torneo di calcio, al quale hanno partecipato giovani di etnie e religioni diverse accorsi da città e villaggi vicini. Lo sport si è così tradotto in un vero e proprio elemento di incontro tra culture e differenti approcci al gioco. Sempre a Moheshpur si è tenuto anche un corso di formazione per circa 80 giovani, per il quale i dirigenti si sono detti entusiasti. Il Csi e l’Osa hanno così avuto modo di immergersi nella realtà bangladese, come testimoniano le immagini dei ragazzi con in mano le loro bandiere.
Ma l’esperienza del “Csi per il mondo” non si fermerà qui: altri gruppi di ben sette società sportive torneranno presto in Camerun per le Olimpiadi nelle carceri locali; a luglio, poi, un ritorno in Perù con i giovani. «L’obiettivo di queste missioni – commenta Achini – non è cambiare i territori in cui arriviamo, ma lo sguardo dei giovani che partono, rispetto a realtà che conosciamo davvero poco».