Il volto maori di Gesù

Il volto maori di Gesù

IL BELLO DELLA FEDE
La produzione di due giovani artisti neozelandesi alla ricerca di un equilibrio tra modernità, cristianesimo
ed elementi tradizionali

 

Aotearoa significa “(terra della) lunga nuvola bianca”. È il nome che l’antico popolo maori ha dato alla Nuova Zelanda, quando approdò sulle sue isole dopo un viaggio iniziato dalla Polinesia. L’arrivo degli inglesi, nel XVII secolo, e la successiva colonizzazione hanno segnato l’inizio di un difficile cammino di integrazione tra la cultura occidentale dei nuovi arrivati e le antiche radici, un percorso ancora oggi in divenire, che si riflette nella produzione di giovani artisti neozelandesi alla ricerca di un equilibrio tra modernità, cristianesimo ed elementi tradizionali.

SOFIA MINSON è nata nel 1984 a Auckland, e vanta antenati maori, inglesi, svedesi e irlandesi. Per la giovane pittrice l’identità è qualcosa di fluido e allo stesso tempo di fortemente consapevole delle origini. L’arte è il mezzo privilegiato con cui trascendere i singoli elementi culturali, dando voce alla saggezza ancestrale, alla modernità e all’esperienza della diversità. Nella sua produzione spiccano una serie di ritratti ad olio e vernice nera che raffigurano personaggi importanti della storia e della cultura maori. Anche Cristo e Maria hanno un posto in questa galleria. Entrambi sono raffigurati con tratti occidentali, circondati da simboli cristiani e legati alla mistica antica, ma portano sul volto i moko, i tatuaggi tradizionali maori, una decorazione fortemente identitaria che racconta sulla parte del corpo più visibile e considerata più sacra le caratteristiche e gli eventi che rendono unica la storia di ciascuno.

Anche nella produzione artistica del pittore neozelandese BRETT A’COURT si fondono elementi cristiani e di cultura tradizionale: le sue opere sono una sorta di pellegrinaggio alla ricerca dell’identità, un’indagine sulla spiritualità degli uomini e una forma di preghiera. Nel dipinto a olio “Manu (Kahu)” Cristo è rappresentato come un aquilone a forma di uccello. Gli aquiloni erano considerati molto importanti nella spiritualità maori, mezzi di comunicazione con il divino e con le forze della natura, tanto robusti da volare per chilometri e reggere il peso di un uomo. Unendo il rispetto per le proprie radici e la fede personale, l’artista offre un’immagine di Cristo ibrida, che appartiene tanto all’Occidente quanto alla cultura tradizionale: Gesù come un aquilone porta tra le terre il suo messaggio di Grazia e benevolenza, pienamente integrato nel paesaggio e nella cultura neozelandesi, del tutto “a casa”, ad Aotearoa come nel resto del mondo.