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Cristiani e musulmani oltre i pregiudizi

Nel mese in cui anche molti filippini vivono il Ramadan, padre Stefano Mosca ci racconta l’esperienza di un incontro possibile tra cristiani e musulmani: «Quando si sta insieme nel rispetto reciproco sospetti e ostilità spariscono»

Ancora oggi, nelle Filippine, ci sono forti pregiudizi che regnano tra musulmani e cristiani. I primi accusano i cristiani di fare proselitismo e di voler imporre loro la loro religione. Gli altri dicono che i musulmani sono violenti, prepotenti e abili nell’ingannare. Ma se tali pregiudizi sono ancora molto radicati tra gli adulti, le nuove generazioni mi sembrano più disponibili a una convivenza pacifica e anche amicale. In questo aiuta molto la scuola. A Mindanao, in particolare, cristiani e musulmani sono in classe insieme per lunghi anni e imparano a conoscersi, aiutandosi reciprocamente nello studio, e a volte anche economicamente. Tanti studenti cattolici da me sostenuti hanno tra i loro migliori amici del College compagni musulmani e qualcuno si è pure sposato nel rispetto delle fedi differenti.

Ricordo in particolare un giovane e ricco musulmano venuto in visita alla sua fidanzata, una mia studentessa appartenente a una famiglia cattolica povera e numerosa che viveva sui monti di Lakewood. Il ragazzo, vedendo molti bambini camminare a piedi nudi, non ci ha pensato due volte a comprare e distribuire ciabattine a tutti. La gente commentava: «Padre, avevamo paura di questo ragazzo musulmano di famiglia ricca e potente, invece abbiamo conosciuto una persona affabile, umile e molto attenta e generosa con i poveri».

Nel sanguinoso conflitto del 2017 a Marawi, tra i militari governativi e il gruppo estremista musulmano dei maoti, affiliato ad Abu Sayyaf, la cosa più bella è stato vedere molte famiglie cristiane e musulmane aiutarsi a vicenda per difendersi dalle bombe e per dare un letto e un po’ di riso a chiunque avesse perso i propri familiari o la casa. In mezzo a tanto sangue e distruzione, ecco apparire un bellissimo segno di fraternità e speranza. Quella guerra veniva presentata come un conflitto tra cristiani e musulmani – avevano distrutto e bruciato la cattedrale cattolica e rapito anche un prete e dei volontari -, ma per la maggioranza della gente cristiana e musulmana era solo una tragedia da cui difendersi, aiutandosi vicendevolmente.

È evidente anche a me che la maggior parte dei cristiani e dei musulmani nelle Filippine è gente semplice e povera, che vuole vivere in pace, lavorare la propria terra, fare vantaggiosi commerci e crescere i propri figli, accettando le diversità. Ho constatato che i musulmani iniziano a fidarsi dei cristiani quando vedono che sono rispettosi e la loro carità verso di loro è senza condizioni. Solo così sono sicuri di essere amati senza secondi fini. I cristiani invece iniziano a fidarsi quando vedono che i musulmani desiderano solo vivere insieme in modo onesto e pacifico, guadagnandosi il pane con il sudore della fronte e crescendo i figli in una società basata su valori umani condivisi. 

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