Nella domenica delle Palme, due attacchi terroristici hanno colpito la comunità copta d’Egitto, causando 46 morti e 114 feriti. Ecco le cose da sapere sui copti e sul viaggio del Papa previsto per il 28-29 aprile.
Ieri due attacchi kamikaze hanno colpito la comunità copta in Egitto. Il primo, nella chiesa di Mar Guirguis a Tanta, il secondo nella chiesa di San Marco ad Alessandria, mentre il patriarca copto ortodosso Tawadros II stava celebrando la messa delle Palme. Ecco qualche coordinata in più utile per leggere quanto è successo.
Chi sono i copti?
“Copto” deriva dal greco e significa “egiziano”. Oggi il termine si usa per identificare i cristiani, che in Egitto sono circa 9 milioni, pari al 10% della popolazione. La lingua copta è la diretta discendente della lingua egizia, di cui rappresenta l’ultima fase. In seguito alla conquista araba nel VII secolo e l’islamizzazione dell’Egitto fu gradualmente sostituita dall’arabo ed è oggi una lingua estinta utilizzata solo in ambito liturgico. Questo rende ancora più folle la pretesa dei jihadisti di cancellare la presenza cristiana dall’Egitto.
Che rapporto c’è tra i cattolici e i copti?
I copti sono una Chiesa autocefala che già dal Concilio di Calcedonia (anno 451, sei secoli prima dello scisma d’Oriente) non è in comunione con Roma (ma neanche con Costantinopoli). Attualmente è guidata dal patriarca Tawadros II, che ha 64 anni ed è in carica dal 2012. In Egitto esiste anche una piccola Chiesa cattolica di rito copto, che riconosce invece l’autorità del vescovo di Roma: conta poco più di 200 mila fedeli ed è guidata dal patriarca di Alessandria Ibrahim Isaak Sidrak. In questi pochi anni Tawadros II è stato molto attivo nella promozione del dialogo ecumenico e con papa Francesco ha un rapporto fraterno.
Perché i copti sono sotto attacco?
È fondamentale ricordare che i copti costituiscono la più grande comunità cristiana rimasta in Medio Oriente. Ed è utile vedere che fine hanno fatto le altre. I cristiani caldei prima della guerra in Iraq erano almeno un milione, oggi non ne restano che 300-400 mila. Discorso simile anche per i cristiani della Siria, nelle diverse confessioni (assiri, armeni, greco-ortodossi, melchiti…). Complessivamente erano il 5 per cento della popolazione ma oggi nessuno sa realmente quanti siano rimasti. In Egitto i terroristi stanno conducendo un’azione di persecuzione contro i cristiani da tempo: già nel 1997, per esempio, la Gamaa Islamiya, uccise 58 turisti e quattro guide egiziane a Luxor. Più recentemente va ricordata la strage della Chiesa dei Santi ad Alessandria, nella notte di Capodanno del 2011. Ma dal 2013 c’è stato un salto di qualità con l’intreccio nelle dinamiche politiche interne dell’Egitto: ai copti non è stato perdonato dagli islamisti il sostegno al generale al Sisi, che in un Egitto spaccato a metà nell’estate del 2013 ha destituito il presidente eletto Mohammed Morsi, espressione dei Fratelli musulmani. Già allora i jihadisti lanciarono un’ondata di violenze contro i cristiani copti. E dal 2015 questi gruppi hanno giurato fedeltà all’Isis, andando a costituire il Wilajat Sinai, la locale affiliazione del Califfato.
Quali sono stati gli ultimi attacchi?
Dicembre 2016: una bomba esplode nella chiesa copta dei Santi Pietro e Paolo al Cairo durante la messa: almeno 25 i morti e 49 i feriti. Attacco rivendicato dall’Isis.
Aprile 2017: doppio attentato nella domenica delle Palme, prima nella chiesa di San Giorgio a Tanta (120 km a nord del Cairo), poi alla cattedrale San Marco di Alessandria (oltre 45 vittime).
Quando andrà in Egitto papa Francesco?
Fra meno di un mese, il 28 e 29 aprile, Francesco andrà al Cairo. Il motto del viaggio è “Il Papa di pace nell’Egitto di Pace”. Il Papa compirà un gesto in memoria delle vittime durante in viaggio. Nel programma ufficiale ancora non figura ma, già prima dell’attacco di domenica, al Cairo si dava già per certa la visita, insieme al patriarca copto Tawardos II, alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo del Cairo colpita dall’attentato dello scorso dicembre.
La Pasqua ortodossa e quella cattolica, una coincidenza…
Per una coincidenza dei calendari (quello giuliano e quello gregoriano), la chiesa cattolica e quella ortodossa quest’anno festeggiano la Pasqua nella stessa data, il che rende ancora più simbolica la scelta di colpire la chiesa copta nella domenica delle Palme.