Dalla Terra Santa l’appello di suor Azezet e suor Agnese per il vilaggio beduino di Khan al Amer, famoso per la Scuola delle Gomme realizzata dall’ong Vento di Terra. Questa volta l’ordine di demolizione riguarda l’intero villaggio. «Chiediamo preghiera e giustizia»
È di nuovo a rischio la Scuola delle Gomme, la scuola realizzata dall’Ong Vento di Terra con il sostegno della Cooperazione italiana nel deserto di Giuda per dare un futuro ai ragazzi beduini. Ma questa volta insieme alla scuola è a rischio l’intero villaggio di Khan al Amer: l’esercito israeliano ha consegnato in questi giorni ordini di demolizione per tutte le 42 case. A denunciarlo sono due suore comboniane, suor Azezet e suor Agnese, con questa lettera che rilanciamo qui sotto. Non è difficile capire il perché di tanto accanimento nei confronti dei beduini di Khan al Amer, illegali semplicemente perché i governi israeliani non hanno mai voluto fare i conti con la loro presenza su quelle terre: i villaggi dei beduini si trovano a poca distanza da Ma’ale Adumim uno dei più grandi insediamenti israeliani nella periferia est di Gerusalemme. E con il nuovo vento che tira in Israele dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca quei terreni sono al centro delle mire per nuovi progetti edilizi.
Per la difesa della Scuola delle Gomme e del villaggio di Khan al Amer Vento di Terra ha da tempo lanciato una petizione a cui è possibile aderire on line a questo link.
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«Ieri mattina, 19 Febbraio 2017, rappresentanti dell’Autorita’ Israeliana, accompagnati da soldati israeliani armati, sono andati al villaggio beduino di Khan Al Ahmer nel West Bank, dove si trova la famosa “Scuola delle Gomme”, per consegnare un nuovo ordine di demolizione effettivo dal 23 febbraio prossimo. La scuola e l’intero villaggio sono a rischio di demolizione e spostamento.
Lunedì mattina, 20 Febbraio 2017, abbiamo ricevuto la telefonata da Abu Soliman, il capo dei beduini, che ci informava dell’arrivo dei bulldozer e dei soldati israeliani al villaggio di Tabana, che si trova nella stessa area di Khan Al Ahmer, e dove abbiamo un piccolo asilo. Ci siamo recate sul luogo dove abbiamo visto che era stata demolita una casa. Parlando con le donne abbiamo saputo che altre due abitazioni sono in lista di demolizione per il giorno 27 febbraio.
Facendo poi visita all’asilo, pochi erano i bambini presenti a causa di quanto successo di primo mattino. I bambini, testimoni dell’accaduto, erano alquanto scioccati e spaventati all’arrivo di qualsiasi macchina. Le stesse insegnanti si vedevano provate e in ansia per il loro incerto e precario futuro. Per la prima volta abbiamo letto sui loro volti rassegnazione e stanchezza.
Parlando con Abu Raid, il capo del villaggio e membro del comitato della “Scuola di Gomme”, e con alcune donne del villaggio, abbiamo colto in loro la seria preoccupazione per il futuro educativo dei loro figli in caso di distruzione della scuola.
Nel pomeriggio abbiamo visitato Khan Al Ahmer e ascoltato Abu Khamis il quale ci ha raccontato quanto è successo il giorno prima, 19 Febbraio. I soldati israeliani, senza rivolgere parola agli abitanti del villaggio, hanno lasciato 42 ordini di demolizione (tale è il numero delle baracche del villaggio comprese alcune aule scolastiche) con scadenza effettiva il prossimo 23 febbraio.
Anche qui tra gli abitanti del villaggio e tra gli studenti della scuola abbiamo visto paura, preoccupazione e tanta incertezza.
Proseguendo per il villaggio di Abu Nawar, vicino all’insediamento di Ma’ale Adumim, abbiamo sentito che il piano israeliano di spostamento forzato prevede oltre al villaggio di Khan Al Ahmer, anche quelli di Abu Nawar e di Abu Hindi. Nel villaggio di Abu Nawar i soldati israeliani si recano in sopralluogo quasi ogni mezzora lasciando dietro di loro sentimenti di sconforto negli abitanti e un grande punto interrogativo sulla nuova rielocazione.
In questa situazione di grande incertezza, anche noi abbiamo sperimentato frustrazione di fronte a tanta ingiustizia e violazione dei diritti umani, oltre alla incapacita’ di trovare parole di conforto e di consolazione o altro. Abbiamo cercato di fare causa comune con loro attraverso la nostra presenza solidale.
In questo ultimo periodo abbiamo toccato con mano una crescita di tensione nei beduini e grande preoccupazione per l’incertezza della loro esistenza. Chiediamo preghiera e giustizia per questi nostri fratelli e sorelle e che il Signore della misericordia intervenga in loro favore».
Sr. Azezet & Sr. Agnese
Suore Missionarie Comboniane