Da ieri da Qom continuano ad arrivare notizie di morti per il virus di persone che non erano mai state in Cina. Il che fa pensare che la situazione sia fuori controllo. E il vicino Iraq blocca i voli da e per Teheran
Si sta facendo molto serio l’allarme per la diffusione del Coronavirus in Iran. Mentre infatti i riflettori dei media continuano a concentrarsi solamente sulle grandi navi da crociera ferme in quarantena, c’è un fronte che meriterebbe probabilmente molta più attenzione. Se ieri infatti era arrivata la notizia dei primi due casi di contagiati dall’epidemia in Iran, entro sera quei due malati si erano già trasformati nella notizia dei due primi morti. Una velocità che avrebbe dovuto sollevare subito qualche punto di domanda.
Oggi poi il quadro si è ulteriormente aggravato perché intanto è emerso che i due morti iraniani non erano mai stati in Cina e dunque il contagio deve per forza essere avvenuto localmente. Inoltre sta emergendo che i casi sarebbero molti di più: ci sono fonti locali non ufficiali che sostengono che i morti sarebbero già saliti a quota nove. Per questo il sospetto è che il Coronavirus o non sia stato subito riconosciuto o la sua diffusione sia stata tenuta nascosta in Iran, Paese che proprio domani dovrebbe andare alle urne per le elezioni parlamentari.
Quel che è certo è che sono scattate tutte le misure di isolamento a Qom, città a 140 chilometri da Teheran nota per essere il cuore del mondo religioso sciita. Le autorità da oggi hanno sospeso tutte le lezioni di scuole e università e bandito i pellegrinaggi. E dalla notte è sceso in capo anche l’esercito per isolare la città. Nel frattempo il vicino Iraq ha deciso di sospendere tutti i voli da e per l’Iran per il timore del contagio. E anche l’Afghanistan sta chiudendo le frontiere. Due Paesi sconvolti da conflitti nei quali l’ipotesi di una diffusione del Coronavirus aprirebbe scenari ancora più inquietanti.