Nella città dove è in corso la campagna militare contro l’Isis il blog Mosul Eye – che per due anni e mezzo ha raccontato gli orrori del sedicente Califfato – lancia una campagna: donateci libri da tutto il mondo per far rinascere davvero questa città
La battaglia per la liberazione di Mosul sta per entrare in una nuova fase molto delicata: assunto ormai il controllo dei quartieri della sponda est del fiume Tigri, l’esercito iracheno – sostenuto dalle milizie sciite e dai raid aerei della coalizione internazionale – si prepara probabilmente già nelle prossime ore a varcare il fiume verso la parte ovest della città, che resta tuttora nelle mani dell’Isis. E c’è preoccupazione per le decine di migliaia di civili che rischiano di rimanere prigioniere della battaglia, oltre che delle violenze dei jihadisti, che in quest’ultimo periodo – per scoraggiare defezioni e collaborazionismi – si sono fatte se possibile ancora più dure.
A complicare ulteriormente il quadro c’è la spirale dei settarismi che continua ad aleggiare comunque sul cielo dell’Iraq: non più tardi di sabato, a Baghdad, c’è stata una manifestazione dei sostenitori dell’esponente sciita Moqtada al Sadr, con duri scontri con le forze di sicurezza che hanno lasciato sul terreno alcuni morti. Alla sera, poi, sono piovuti addirittura alcuni razzi sulla Zona Verde, il quartiere degli edifici governativi e delle ambasciate straniere.
Nonostante tutto questo, però, c’è un Iraq che ha voglia di rinascere senza lasciarsi dettare l’agenda del suo futuro dagli interessi di quelle potenze che hanno ridotto in macerie il Paese e ora discutono apertamente sulla sua spartizione. Ed è una resistenza che passa attraverso piccoli gesti, come ad esempio le storie delle prime famiglie cristiane ritornate nei quartieri liberati, come racconta oggi l’agenzia Fides. Ma molto bella è anche un’iniziativa lanciata da Mosul Eye, il coraggioso blog che – assumendosi rischi molto grandi – in questi due anni e mezzo è riuscito a far uscire dalla città tante storie sulle atrocità commesse dall’Isis.
Mosul Eye adesso prova a guardare avanti lanciando una campagna internazionale con l’obiettivo di raccogliere libri per Mosul. L’idea non nasce dal nulla: la città, erede dell’antica Ninive, era infatti un grande polo culturale per l’Iraq; la sua università era una delle migliori del Paese.
«Le biblioteche di Mosul – racconta Mosul Eye – ospitavano i manoscritti più preziosi e pregiati e le stampe più rare di tutta la regione. Queste biblioteche erano un punto di riferimento per chiunque cercasse questo tipo di tesori. Nel suo assalto devastante ai patrimoni dell’umanità di Mosul, l’Isis si è accanità anche contro questi luoghi, rubando, distruggendo e bruciando libri con ogni tipo di scusa: erano “inutile scienza”, oppure “scienza illeggittima”, senza dimenticare l’etichetta di “blasfemi”».
«Ricostruire le biblioteche e riempirle di nuovo di libri – continua Mosul Eye – è uno dei modi più significativi per ricostruire la civiltà di Mosul. Per questo lanciamo questa campagna internazionale: vogliamo raccogliere libri e ogni genere di prodotti stampati (riviste, periodici, giornali, archivi…) di tutte le discipline – umanistiche e scientifiche – e in tutte le lingue. Li raccoglieremo, li catalogheremo e li prepareremo in attesa di poter riavere le principali biblioteche della città e restaurarle».
Sul proprio blog Mosul Eye indica anche un indirizzo di Erbil dove è possibile inviare i libri. E ci sono già alcune biblioteche che – da diverse aree del mondo – hanno aderito al progetto.