Omar Mohammed, il blogger che con il nome di “Mosul Eye” ha fatto conoscere al mondo le atrocità dell’Isis nel periodo più buio della città, racconta l’attesa della visita del Pontefice in Iraq: «Farà vedere anche a noi iracheni che l’unica strada per andare avanti è accettarsi l’un l’altro»
“Il mondo nei prossimi giorni vedrà Mosul attraverso gli occhi di Papa Francesco. E questo è molto importante anche per noi abitanti della città”. Lo sostiene in una video-testimonianza rilasciata dall’Iraq al Centro missionario Pime di Milano il professor Omar Mohammed, giovane docente di storia dell’Università di Mosul. Egli è divenuto noto in tutto il mondo durante gli anni più bui della città per aver diffuso le notizie sulle atrocità commesse dallo Stato Islamico attraverso il blog anonimo Mosul Eye.
Musulmano sunnita, oggi il professor Mohammed è uno degli intellettuali che con più coraggio a Mosul si battono per il ritorno delle comunità cristiane e la salvaguardia del carattere plurale e del patrimonio culturale della città. Già nelle ore in cui l’Isis veniva sconfitta aveva chiesto agli atenei di tutto il mondo di donare libri per ricostruire la biblioteca cittadina, bruciata dalla furia fondamentalista. La catena di solidarietà partita via social network aveva funzionato: migliaia di volumi hanno permesso di riaprire a tempo di record la struttura. Con il suo blog Mosul Eye il professor Mohammed ha poi continuato a raccontare la rinascita della musica e dell’arte nella città, la ripresa delle piccole attività, la sfida del ritorno di chi era stato costretto all’esilio.
Ora dall’Iraq Mohammed parla della visita di Papa Francesco – atteso per sabato 7 marzo a Mosul – come di un sogno che si avvera. “Ho vissuto per più di due anni – racconta nel video – sotto il governo brutale del cosiddetto Stato Islamico che ha distrutto la nostra cultura e la nostra storia, ha deportato i cristiani dalle loro città, ha reso schiavi gli yazidi, ha ucciso anche tanti musulmani”. Egli spiega di aver trovato rifugio in una frase che ha sentito da papa Francesco in una delle sue udienze: “L’amore per sua natura è creativo, l’amore è sempre creativo”. Il docente crede che queste parole possano guarire le ferite di Mosul.
“Questa visita – aggiunge – porterà l’attenzione del mondo su Mosul, ma anche il giusto messaggio alla sua gente: l’unica strada per andare avanti è accettarsi l’un l’altro. Questa visita ci porta la speranza che abbiamo perso da tanto tempo. Confidiamo molto nella saggezza di papa Francesco. Egli saprà affrontare le questioni con attenzione e dire al mondo quello che vede. Non vediamo l’ora di incontrarlo”.
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