Il racconto a Tv2000 del sacerdote della Fraternità di Mar Musa fuggito allle carceri dell’Isis: «Quasi tutti i giorni minacciavano di sgozzarmi perché cristiano. Ma il Signore mi ha donato comunque la sua pace»
«Quasi tutti i giorni c’era qualcuno che entrava nella mia prigione e mi domandava ‘chi siete?’.
Io rispondevo: ‘sono nazareno, cioè cristiano’. ‘Allora sei un infedele’, gridavano.
‘E visto che sei un infedele se non ti converti ti sgozzeremo con un coltello’.
Ma io non ho mai firmato l’atto di abiura del cristianesimo.
E questo è il grande miracolo che il Signore mi ha concesso: aspettavo il giorno della mia morte ma con una grandissima pace interiore.
Non avevo alcun problema a morire per il nome di nostro Signore, non sarei stato il primo né l’ultimo, ma uno tra le migliaia di martiri per Cristo».
Così padre Jacques Mourad, sacerdote della Fraternità di Mar Musa, in Siria – la stessa la stessa fondata da padre Paolo Dall’Oglio anche lui rapito ormai più di due anni fa – raccopnta ai microfoni di Tv2000 la sua liberazione dopo cinque mesi di prigionia nelle mani dell’Isis. Come racconta a Tv2000 padre Jacques è riuscito a fuggire dal villaggio di Al Qariatayn a bordo di una moto grazie all’aiuto di un amico musulmano.
Guarda qui sotto il video dell’intervista telefonica mandata in onda ieri sera da Tv2000, in cui padre Mourad parla anche degli altri cristiani tuttora prigionieri dell’Isis