È l’esperienza di un gruppo di immigrati che, grazie a Caritas Ragusa, sta imparando l’arte della falegnameria. Con un tocco di design
Basiru, Yohannes, Nadia, Muazzez, Patience e Sultan sono giovani immigrati. Che tra i molti problemi che devono affrontare, si confrontano con uno che è fondamentale: quello del lavoro. Perché senza lavoro e senza stipendio è impossibile regolarizzarsi, integrarsi, avere condizione abitative dignitose e un progetto di futuro.
Grazie alla Caritas di Ragusa, in collaborazione con Architetti senza Frontiere Italia, Uniti senza Frontiere e Conf Cooperative Sicilia, questi giovani oggi provano a sperare e a guardare avanti. Perché stanno imparando un lavoro e lo stanno facendo in modo professionale e qualificato.
Insieme a Salvo e Salvatore, infatti, stanno imparando a fare i falegnami. Anzi, stanno apprendendo l’arte della falegnameria, con l’obiettivo di lanciare una linea di arredi di design artigianale denominata: Sedersi a Magnì, arredi migranti. Una bella sfida sia per loro che per questo angolo di Sicilia, dove si sta progettando una produzione di arredi che valorizzi non solo il lavoro sostenibile, ma possa rappresentare la “bellezza delle differenze” per poi presentarsi su un mercato attento alla dimensione etica del lavoro, amante dell’artigianato e alla ricerca dell’unicità.
L’iniziativa si inserisce nel progetto “Costruiamo Saperi”, finanziato in parte da Fondazione con il Sud che promuovere l’infrastrutturazione sociale nelle regioni meridionali e favorisce percorsi di coesione sociale per lo sviluppo. Ma può essere sostenuta anche attraverso il crowdfunding.
L’obiettivo di “Costruiamo Saperi”, in particolare, è quello creare occasioni di lavoro non sfruttato e autonomo per 25 ragazzi stranieri. «Quello che stiamo cercando di fare faticosamente e con determinazione – dicono i promotori – è di dare risposte al tema delle migrazioni e dell’inclusione dei migranti. Per questo, oltre alla formazione, dopo l’estate daremo vita con i ragazzi a due cooperative che accompagneremo all’autonomia».
«Gli arredi – continuano i responsabili – saranno disegnati da designer chiamati a raccogliere le idee e le immagini dei migranti e a tradurle in un progetto unitario e di alto valore estetico. Non un design “etnico” ma un design “unico”, che sia e resti il design di Magnì».
I progetti nasceranno a seguito di un seminario di progettazione condivisa tra alcuni designer e i migranti e saranno pensati in modo da essere eseguiti con le materie e i macchinari disponibili nella falegnameria. Il seminario sarà organizzato a Magnì in autunno. E la giornata finale di presentazione dei progetti sarà aperta e sarà una festa per tutti i sostenitori che potranno scegliere il loro modello preferito.