La missione che non ti aspetti in prima serata in tv

La missione che non ti aspetti in prima serata in tv

Da domenica e per sei puntate «Tv2000» una serie di reportage da Haiti, Benin, Giordania e Thailandia firmati da Max Laudadio, volto delle «Iene» e «Striscia la Notizia». Che in un’intervista a «Mondo e Missione» racconta il suo rapporto con la fede

 

Un viaggio nel mondo alla scoperta dei missionari e il loro messaggio di speranza portato in realtà difficili e spesso dimenticate. Così di definisce il nuovo programma che dal 1 ottobre – primo giorno del mese che la Chiesa dedica all’animazione missionaria – Tv2000 propone alla domenica alle 20,30 per sei settimane. Il programma si chiama «Mission possible» e si compone di una serie di reportage realizzati insieme a missionari in frontiere dimenticate del mondo di oggi.

Interessante lo sguardo affidato a un volto noto della tv qui in una veste inconsueta: a condurre alla scoperta della vita dei missionari è infatti Max Laudadio, già nella squadra delle Iene e tuttora inviato a caccia di ingiustizie, malasanità, abusi di potere per Striscia la notizia, sempre sulle reti Mediaset.

Per Tv2000 dunque ora prova a raccontare con un linguaggio e una sguardo le storie di alcuni missionari (tra loro ci sarà anche padre Adriano Pelosin, missionario del Pime in Thailandia). «Prima di realizzare “Missione possibile” non avevo un’idea precisa di cosa facessero realmente i missionari e di quale fosse la spinta che li animava – racconta Laudadio in un’intervista che apparirà sul numero di ottobre di Mondo e Missione -. Li vedevo come supereroi, gente che aveva fatto una scelta di vita certamente coraggiosa, ma tutto sommato riservata a pochi. Arrivato sul campo ho incontrato persone normali e, tuttavia, differenti da tutti gli altri per una cosa: hanno capito che in qualsiasi situazione, nonostante difficoltà e problemi di ogni genere, c’è comunque la possibilità, che Dio assicura a chi crede, di portare almeno una briciola di speranza e di bene».

Nell’intervista Max Laudadio racconta anche il suo rapporto con la fede, che sta alla base della scelta di accettare la sfida di questo programma lanciatagli dal direttore di Tv2000 Paolo Ruffini. «In contesti estremi come Haiti – confessa – ti scontri con una realtà talmente drammatica da pensare “Qui non cambierà mai nulla”. Di più, ti nasce in cuore l’idea opposta: “Ma qui Dio dov’è?”. In realtà, proprio grazie a suor Marcella Catozza, una missionaria francescana lombarda che da anni vive a Waf Jeremie – una baraccopoli così pericolosa dove nemmeno il personale dell’Onu riesce a entrare – ho capito che quelle realtà così negative non esprimono l’assenza di Dio, ma sono frutto di sciagurate scelte umane. E per poter resistere emotivamente all’impatto con situazioni così degradate e per condividere nel profondo la vita dei missionari, non abbiamo potuto non assumere i loro stessi ritmi di preghiera».

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