Missionarie dell’Immacolata: missione Italia

Missionarie dell’Immacolata: missione Italia

Nella festa dell’Immacolata Concezione compiono oggi ottant’anni le Missionarie dell’Immacolata, le suore del Pime. La superiora generale suor Rosilla Velamparambil – indiana come la grande maggioranza delle religiose della congregazione – racconta in un’intervista a Mondo e Missione le sfide di oggi, a partire da una presenza ad gentes anche in Italia

 

«Dopo lunghi anni di paziente attesa, l’8 dicembre 1936, Festa dell’Immacolata Concezione, in una piccola casa in affitto, situata in Via Cesare Melloni 15, in forma privata, modestamente e silenziosamente inizia la nuova Congregazione delle Suore del Pontificio Istituto Missioni Estere».

Il sito internet delle Missionarie dell’Immacolata – le suore del Pime – ricorda con queste parole l’anniversario che si celebra oggi: ricorrono infatti gli ottant’anni dalla fondazione dell’istituto, nata per iniziativa delle fondatrici Giuseppina Dones e Giuseppina Rodolfi, insieme a padre Paolo Manna (ispiratore del Carisma) e a mons. Lorenzo Balconi, cofondatore.

Quel seme iniziale ha portato molto frutto e non solo in Italia: oggi sono 915 le Missionarie dell’Immacolata, sparse in 10 Paesi in tutti e cinque i continenti. Sono per la maggior parte indiane (650), così come indiana è la superiora generale, suor Rosilla Velamparambil, 68 anni, rieletta per il secondo mandato nel 2012. Le italiane sono 143, le altre provengono da Bangladesh, Brasile, Cina, Camerun, Guinea Bissau, Papua Nuova Guinea. E proprio suor Velamparambil racconta le sfide di oggi per la sua congregazione in un’intervista pubblicata sul numero di dicembre 2016 di Mondo e Missione. A partire dalla scelta di inserire anche l’Italia tra le destinazioni oggi della missione ad gentes.

«Nel nostro ultimo capitolo generale del 2012, abbiamo preso la decisione di aprire le destinazioni missionarie anche all’Italia – racconta -, prendendo in considerazione i cambiamenti sociali e religiosi che hanno riguardato questo Paese così come il resto dell’Europa. Da una parte, assistiamo all’aumento della secolarizzazione, con l’invito da parte della Chiesa a una nuova evangelizzazione; dall’altra siamo testimoni di un cambiamento profondo che riguarda l’Europa, con l’immigrazione di masse di persone da altri continenti. Molte di loro provengono da Paesi dove siamo presenti come missionarie. Sentiamo di dover annunciare la Buona novella anche a queste persone, qui in Italia. A partire da questa prospettiva abbiamo già destinato quattro missionarie alla “Provincia Italia”: una sorella bengalese e tre indiane; due stanno già lavorando, una sta studiando la lingua e una partirà fra poco con destinazione Italia».

Leggi qui l’intervista integrale a suor Rosilla Velamparambil