Missione Bibbia

Missione Bibbia

Il Papa ha istituito la Domenica della Parola di Dio che si celebrerà per la prima volta il 26 gennaio. Padre Sorrentino, missionario in Brasile: «La lettura popolare della Bibbia continua a portare frutti»

 

Una domenica con al centro la Bibbia per riconsegnarla simbolicamente a tutto il popolo di Dio. Comin­cerà con la celebrazione di una nuova giornata ecclesiale voluta da Papa Francesco il 2020 della Chiesa cattolica. Per la prima volta, infatti, il 26 gennaio le diocesi di tutto il mondo saranno invitate a vivere la Domenica della Parola di Dio, un appuntamento che si ripeterà ogni anno per richiamare la centralità del rapporto con la Scrittura nella vita della Chiesa.

Sarà un’occasione preziosa per riscoprire la Bibbia come primo strumento di evangelizzazione. Una dimensione che conosce molto bene padre Francesco Sorrentino, missionario del Pime originario dell’arcidiocesi di Otranto, che dal 2007 vive il suo ministero in Brasile e ha avuto modo di toccare con mano quanto l’incontro con la Parola di Dio anche in contesti non facili possa letteralmente cambiare la vita delle persone.

«In Brasile – premette padre Sorrentino – l’esperienza dei Circoli biblici ha ormai una lunga tradizione, nata nel solco del Concilio Vaticano II. Sono piccoli gruppi di cristiani che si ritrovano nelle case a leggere insieme la Parola di Dio. Non dimentichiamo che è proprio da questa modalità di incontro che in quegli stessi anni sono nate le Comunità di Base. Fulcro dell’esperienza è stato il Centro di studi biblici fondato nel 1979 dal carmelitano frei Carlos Mesters con al centro proprio l’idea di una lettura popolare ed ecumenica della Scrittura. Dove popolare significava una lettura che coinvolgesse tutto il popolo di Dio e tesa a mettere al centro dell’attenzione soprattutto il rapporto tra la fede e la vita».

Che cosa resta oggi in Brasile di questa tradizione? «La mia esperienza personale – risponde padre Francesco – risale agli anni in cui ho svolto il mio ministero a Macapá, nello Stato dell’Amapá in Amazzonia.

Nell’Assemblea del 2008 la nostra diocesi compì la scelta di proporre un piano decennale per la diffusione di questi Circoli biblici e il vescovo qualche tempo dopo mi ha chiesto di entrare a far parte dell’équipe che li coordina. In Brasile questi gruppi si ritrovano al mercoledì, che per le comunità locali è proprio il giorno dedicato alla Parola di Dio. Il metodo è quello della lettura continuata: ogni anno si sceglie un libro della Bibbia e viene elaborato un sussidio per aiutare i gruppi ad accostarsi ai suoi capitoli attraverso il metodo della lectio divina. A Macapá l’esperienza sarebbe dovuta andare avanti dieci anni ma continua ancora adesso…».

Ma che cosa lascia questo tipo di esperienza a chi vi partecipa? «Ho visto tante persone acquisire una familiarità nuova con la Parola di Dio e questo è un fatto importante – racconta padre Sorrentino – perché in Brasile esiste un po’ il pregiudizio che i cattolici non leggano la Bibbia. Ad alimentarlo è anche il confronto con le Chiese Pentecostali, dove i fedeli ogni domenica si recano al culto tenendo ben visibile la loro Bibbia. Ci sono persone che si sono allontanate dalla Chiesa cattolica proprio perché attratte da questo incontro che gli evangelici propongono con la Parola di Dio. Non dimentichiamo poi che nelle nostre realtà brasiliane le parrocchie sono enormi: il prete, i leader comunitari, gli stessi operatori pastorali non sempre arrivano dappertutto e la gente a volte si sente abbandonata. Al contrario i Circoli biblici sono un’esperienza che riavvicina alla vita comunitaria: il fatto che ci si ritrovi in gruppi, che il vicino mi accolga in casa sua per leggere insieme la Bibbia e lo faccia in una modalità che non è una lezione ma un momento di preghiera comunitario, aiuta tanti a sentirsi di nuovo Chiesa».

Non mancano i casi in cui questa è diventata anche una modalità di prima evangelizzazione: «So di vere e proprie esperienze di conversione avvenute attraverso i Circoli biblici – continua il missionario del Pime -. Adulti che partendo da questo cammino poi sono arrivati a chiedere il battesimo. Magari erano anche totalmente indifferenti rispetto alla fede, ma ci si sono ritrovati in mezzo perché la moglie o il figlio hanno iniziato a invitare altri in casa a leggere la Bibbia. Alla fine anche loro hanno scelto di spegnere la tv e mettersi in ascolto insieme a tutti gli altri».

Carlos Mesters sottolinea sempre il carattere popolare di questo modo di leggere la Bibbia. Che cosa dice ancora nel contesto di oggi questa specificazione? «Popolare non significa superficiale – risponde padre Sorrentino -. Quello dei Circoli biblici è un approccio che si basa sulla comprensione del testo. Certo, nelle case non si fanno dibattiti di tipo accademico, ma questo non vuol dire che il momento dell’ascolto sia meno profondo. Anche nel preparare i materiali per i gruppi la nostra linea guida è sempre stata quella di mettere la Parola di Dio in dialogo con la vita. E non solo da un punto di vista intimo, spirituale, ma anche in relazione alla vita sociale; la Bibbia, infatti, è anche un grande strumento di discernimento sulla realtà e su questo credo che l’esperienza della Chiesa del Brasile sia importante per tutti.

Nel descrivere il metodo dei Circoli biblici Mesters parla di un triangolo; la lettura – dice – va caratterizzata attraverso tre direttrici: deve essere a partire dalla vita, alla luce della Parola e vissuta dentro una comunità».

Dal giugno 2018 padre Sorrentino ha lasciato l’Amazzonia e i Circoli biblici di Macapá per un nuovo servizio: a San Paolo, la grande metropoli del Sud, oggi è il rettore del seminario filosofico del Pime, quello che in Brasile segue i primi anni della formazione dei missionari locali, propedeutici allo studio della teologia che avverrà poi insieme ai giovani di tutti gli altri continenti nel Seminario internazionale di Monza. Pure in questa nuova veste, comunque, non ha rinunciato alla Bibbia come via per l’evangelizzazione.

«Anche qui ci ritroviamo tutti i mercoledì – racconta -, ma questa volta con un gruppo di giovani della nostra diocesi di Santo Amaro, che è una delle diocesi in cui è suddivisa l’immensa area metropolitana di San Paolo ed è guidata da dom José Negri, anche lui missionario del Pime. Ai giovani non proponiamo una lettura continuata di un libro, ma ci soffermiamo con il metodo della lectio divina sul Vangelo della domenica successiva. Abbiamo cominciato ad agosto ma i frutti iniziano già a vedersi. Qualcuno di questi ragazzi mi ha già detto: “Padre, all’inizio mi sembrava così difficile. Il Vangelo lo avvertivo distante dalla mia vita. Invece adesso che abbiamo cominciato a dedicarci del tempo capisco che tutto questo mi aiuta”. Affascina l’incontro con Gesù attraverso la sua Parola – conclude padre Francesco -. Così adesso la sete è cresciuta: sono loro i primi a sentire il bisogno di questi momenti. Anche in un contesto per me completamento nuovo – una grande metropoli come San Paolo – ho ritrovato nell’incontro con la Bibbia uno dei volti più concreti di quello stato di missione permanente a cui con la Conferenza di Aparecida nel 2007 i vescovi dell’America Latina hanno chiamato tutte le nostre comunità a confrontarsi».