La città dove nacque nel 1929 ha conferito ieri al missionario del Pime per anni direttore di «Mondo e Missione» la cittadinanza onoraria per il suo «instancabile apostolato giornalistico al servizio esclusivo della causa missionaria a favore e a difesa di quella parte dell’Umanità più povera e dimenticata»
Il Consiglio comunale di Tronzano Vercellese è stato convocato ieri dal sindaco Andrea Chemello in seduta pubblica ed adunanza straordinaria per il conferimento della cittadinanza onoraria a padre Piero Gheddo. La cerimonia, poco prima di mezzogiorno, è stata preceduta dalla celebrazione di una Messa solenne con la presenza del vescovo di Vercelli Marco Arnolfo nella vicina chiesa parrocchiale. Si celebrava anche la “giornata del seminario” per le vocazioni diocesane sacerdotali, ciò che ha permesso a padre Gheddo di sottolineare in modo particolare la sua esperienza personale e la felicità per aver donato la vita a Dio e al servizio della Chiesa. E’ stata data notizia anche della ripresa della fase diocesana del processo di beatificazione dei genitori di padre Gheddo, Giovanni e Rosetta Franzi, sulla base di nuove testimonianze e documenti d’archivio recentemente venuti alla luce.
Nato a Tronzano Vercellese nel 1929 padre Gheddo si è presto allontanato dal paese per gli studi e per perseguire la sua vocazione, che si è poi concretizzata in una lunga carriera nella stampa e nella comunicazione missionaria con sede prima a Milano (dal 1953 al 1994), poi a Roma (fino al 2009) e quindi di nuovo a Milano dove tuttora risiede presso la casa di cura Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Dal 1959 al 1994 padre Gheddo è stato direttore di Mondo e Missione, ma si è distinto in modo particolare come inviato e corrispondente da decine di paesi
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Ma ecco la motivazione del comune di Tronzano Vercellese letta dal sindaco:
CONFERIMENTO CITTADINANZA ONORARIA A PADRE PIERO GHEDDO
Tronzano Vercellese, 15 gennaio 2017
“Quella di Padre Piero Gheddo è una grande storia italiana, prima ancora che cristiana. Padre Piero è un uomo e un prete vero, mai ideologico. La sua forza è stata per tutta la vita la disponibilità a lasciarsi ferire.” Andrea Tornielli nell’ultimo libro di Padre Gheddo : “Inviato Speciale ai confini della fede” (EMI, 2016).
Padre Piero Gheddo nasce a Tronzano Vercellese il 10 marzo 1929 figlio di Giovanni Gheddo e Rosetta Franzi e primo di tre fratelli, Francesco nato nel 1930 e Mario nel 1931.
Ha compiuto i suoi studi di sacerdote nel Seminario Diocesano di Moncrivello.
Fin da bambino aveva le idee molto chiare su quello che voleva fare da grande.
Così scrive della sua vocazione: “Non ricordo di aver mai pensato o immaginato altro. Dio mi chiamava. Il 28 giugno 1953 sono stato ordinato prete dal beato cardinale Ildefonso Schuster nel Duomo di Milano, insieme ad altri 119 diaconi. Il giorno dopo celebro la prima Messa nel mio paese natale, Tronzano: è il 29 giugno festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni del paese. Quel giorno Don Giovatti Ravetti, parroco di Tronzano al tempo della mia infanzia, mi confida che i miei genitori, sposandosi, avevano chiesto a Dio di avere un figlio prete. Quando mi dice questo, mi metto a piangere! Capisco perché già da bambino non ho desiderato altro che di fare il prete.”
Ricordiamo in proposito che il 18 febbraio 2006 ha avuto inizio la causa di beatificazione dei genitori di Padre Gheddo, Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo. La prima è morta nel 1934 di parto gemellare e di polmonite a 32 anni, il secondo nel dicembre del 1942 a 42 anni, durante la seconda guerra mondiale in Russia, alla quale partecipò come capitano d’artiglieria della divisione Cosseria. Ricevuto l’ordine di ritirarsi, mentre il 17 dicembre 1942 avrebbe potuto mettersi in salvo con i suoi soldati, rimase invece nell’ospedaletto da campo con i feriti non trasportabili, al posto del suo giovane sottotenente, al quale così salvò la vita. Per questo atto eroico gli fu assegnata la medaglia al valor militare.
Padre Gheddo entra nel P.I.M.E., Pontificio Istituto Missioni Estere, nel 1945 affascinato dall’ideale di annunciare il Vangelo fino ai confini del mondo. Migliaia di articoli scritti per testate cattoliche e laiche, un centinaio i libri pubblicati (il primo uscito nel 1956). Oltre 80 i Paesi che il missionario ha visitato diventando il testimone in prima linea delle più importanti e a volte tragiche pagine della storia del Novecento: la Rivoluzione culturale in Cina, la guerra del Vietnam, l’apartheid in Sudafrica, le dittature militari in Sudamerica, il genocidio in Ruanda.
Padre Piero è uno dei missionari italiani più conosciuti e famosi nel mondo. Ha diretto la rivista Mondo e Missione dal 1959 al 1994 e fondato l’Agenzia Asia News nel 1987. Ha guidato l’Ufficio Storico del PIME dal 1994 al 2010. Collabora con il quotidiano Avvenire. Ha ricevuto nel 1972 il Premio Campione d’Italia.
Uno dei più grandi meriti di Padre Gheddo è quello di aver saputo riconoscere in anticipo rispetto alla Chiesa ufficiale il valore di grandi personaggi del cattolicesimo moderno primi fra tutti il vescovo brasiliano Helder Camara e Madre Teresa di Calcutta.
Il coraggio delle proprie idee è una costante in Padre Piero. Per questa ragione non sempre le sue prese di posizione sono state gradite. Affermazioni come: “Gli aiuti producono sviluppo dove c’è un popolo preparato ad usarli, altrimenti producono corruzione e una classe dirigente che pensa anzitutto a se stessa” non fanno certo piacere ai potenti del mondo.
Gheddo prese posizioni nette contro la guerra in Vietnam, contro i no-global ed è arrivato al punto di proporre di boicottare le Olimpiadi in Cina del 2008 per liberare la Birmania.
Gheddo non ha mai temuto per la propria vita quando pensava che in un tal posto bisognava andare per portare la parola di Cristo. Mentre nelle piazze italiane riecheggiavano gli inni sessantottini a Ho Chi Minh, padre Gheddo riusciva a inoltrarsi «vestito da prete» in zone del Vietnam che i cronisti occidentali, dagli alberghi di Saigon, nemmeno si sognavano di raggiungere.
Padre Gheddo, anticipando la “chiesa povera per i poveri” di Papa Francesco, ha sempre sostenuto che non vanno elogiate le virtù della povertà, perché disumana quando si trasforma in miseria, ma le virtù dei poveri: la solidarietà, l’ospitalità, la gioia di vivere.
Nonostante la vita di Padre Piero sia trascorsa per la maggior parte lontana dal luogo natio, il nostro illustre concittadino non ha mai perso l’occasione di ricordare al mondo la sua appartenenza a Tronzano, non ha mai dimenticato le sue origini ricordando sempre con orgoglio le sue radici ben salde in questa terra vercellese.
Di questo siamo grati a Padre Piero, grati per aver portato così in alto il nome di Tronzano nelle contrade di tutto il mondo.
Padre Piero è stato ed è il protagonista di un’avventura umana e missionaria straordinaria, che ha avuto come energia ispiratrice l’amore profondamente cristiano per l’umanità, un amore coraggioso, curioso, intelligente, pervaso dell’umiltà di chi sa ascoltare prima di parlare, di chi ha il coraggio di denunciare con forza i drammi globali della fame, dell’ingiustizia, della follia delle guerre che devastano il mondo.
Quando viene a chiesto a Piero Gheddo qual è l’episodio del Vangelo che più gli è caro lui risponde: “Quando Gesù chiama Pietro e Andrea e dice loro, “Vi farò pescatori di uomini”. E loro sono andati con lui. Anche al bambino Piero Gheddo Gesù ha detto: “Ti farò pescatore di uomini”. Io sono andato con lui.”
Per questi altissimi meriti, mi onoro di proporre al Consiglio comunale, quale massimo organo rappresentativo della nostra Comunità civile, il conferimento al tronzanese per nascita Padre Piero Gheddo della Cittadinanza Onoraria del Comune di Tronzano Vercellese.
Il Consiglio Comunale,
Udita la relazione del Sindaco,
Ritenuto di accogliere la proposta del Sindaco di concedere la Cittadinanza Onoraria al missionario-giornalista Padre Piero Gheddo nella certezza di interpretare i sentimenti dell’intera Comunità Tronzanese.
Con voti …(unanimità)… espressi in forma palese
Delibera
di conferire, per quanto sopra esposto, a Padre Piero Gheddo, tronzanese per nascita, missionario giornalista del Pontificio Istituto Missioni Estere, la Cittadinanza Onoraria del Comune di Tronzano Vercellese con la seguente motivazione:
“quale segno di riconoscimento e gratitudine per avere onorato la Comunità Tronzanese nelle contrade di tutto il mondo con instancabile apostolato giornalistico al servizio esclusivo della causa missionaria a favore e a difesa di quella parte dell’Umanità più povera e dimenticata”.