Oggi alcuni seminaristi del Pime hanno prestato il servizio liturgico in San Pietro per la Messa crismale del Papa. Ma nella formazione dei futuri missionari c’è anche la strada, come racconta la storia della collaborazione tra il seminario di Pune e il Centro «Sarva Seva Sangh»
Questa mattina nella basilica di San Pietro papa Francesco ha presieduto la Messa crismale, il rito del Giovedì santo con la benedizione degli oli sacri. Per l’occasione ad avere la gioia di accompagnarlo attraverso il servizio liturgico sono stati alcuni giovani del Seminario teologico internazionale del Pime, dove giovani provenienti da tutto il mondo si preparano a diventare missionari. I futuri padri del Pime hanno potuto dunque ascoltare dalla voce del Papa il ritratto che ha offerto del prete, in questo momento in cui la Chiesa mette al centro il ministero del sacerdozio ordinato.
«La vicinanza – ha detto Francesco nell’omelia – è più che il nome di una virtù particolare, è un atteggiamento che coinvolge tutta la persona, il suo modo di stabilire legami, di essere contemporaneamente in sé stessa e attenta all’altro. Quando la gente dice di un sacerdote che “è vicino”, di solito fa risaltare due cose: la prima è che “c’è sempre” (contrario del “non c’è mai”: “Lo so, padre, che Lei è molto occupato” – dicono spesso). E l’altra cosa è che sa trovare una parola per ognuno. “Parla con tutti – dice la gente –: coi grandi, coi piccoli, coi poveri, con quelli che non credono… Preti vicini, che ci sono, che parlano con tutti… Preti di strada».
Per vivere così la vicinanza occorre però prepararsi. E allora ci sembra bello accostare la notizia dei seminaristi del Pime che servono all’altare accanto al Papa a un’altra storia che raccontiamo nel numero di aprile 2018 di Mondo e Missione: quella della collaborazione tra i giovani del Vidhya Bhavan – il seminario del Pime dove a Pune i seminaristi indiani che si preparano a diventare missionari dell’istituto frequentano i due anni di filosofia e l’anno di spiritualità prima di frequentare a Monza la teologia – con il Centro Sarva Seva Sangh, fondato dai verbiti per i ragazzi di strada.
I seminaristi svolgono il loro servizio presso la comunità e una volta all’anno aprono le porte del seminario per accogliere 150 bambini dai cinque ai quindici anni per un momento di festa che è anche un modo per ricordare Shaym, un giovane seminarista indiano morto di tumore a 24 anni nel 2008. Ed è attraverso l’incontro con questi piccoli – che sui marciapiedi della città raccolgono un po’ di tutto, in situazioni di degrado profondo – che i giovani futuri missionari imparano a riconoscere la forza di una carità senza confini.
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