Oggi il Vaticano ha reso noto il riconoscimento del miracolo che porterà alla canonizzazione del «fratello universale». Riproponiamo un testo di Antonella Fraccaro, delle Discepole del Vangelo, che in occasione del centenario della sua morte così riassumeva alcuni punti della sua grande eredità
Papa Francesco ha approvato la promulgazione del miracolo che renderà possibile la canonizzazione di Charles de Foucauld, grande figura della spiritualità del nostro tempo e modello per tanti missionari. È una notizia che arriva all’interno di una serie di decreti della Congregazione delle Cause dei santi che incrociano anche altre grandi modelli per la missione: il Papa ha infatti anche riconosciuto il miracolo che porterà alla beatificazione di Pauline Jaricot, la fondatrice dell’Opera per la Propagazione della Fede dalla quale hanno poi avuto origine le Pontificie Opere Missionarie, il martirio di padre Cosma Spessotto, frate minore trevigiano ucciso in Salvador tre mesi dopo sant’Oscar Arnulfo Romero e ha infine approvato il decreto sulle virtù eroiche di mons. Melchiorre Maria de Marion Brésillac, il fondatore della Società delle Missioni Africane, l’isitituto missionario a cui appartiene padre Gigi Maccalli, il missionario italiano rapito nel Niger.
In occasione di questo passaggio importante riproponiamo un intervento proposto sul numero di dicembre 2016 di Mondo e Missione da Antonella Fraccaro sui segni di profezia di fratel Charles che continuano a essere vivi ancora oggi. Si tratta di una sintesi dell’intervento tenuto dalla religiosa durante la serata tenuta al Centro missionario Pime in occasione del centenario della morte di De Foucauld.
«La spiritualità di Charles – scrive Antonella Fraccaro – si dimostra così una spiritualità che interessa tanti. Forse perché non ha nulla di più se non il Vangelo come principio e fine, come riferimento continuo, quotidiano, come stile di vita. Che cosa c’è di attuale, infatti, se non il Vangelo?».
Per far conoscere meglio la figura di Charles de Foucauld è disponibile anche una nuova mostra che viene proprio dall’Algeria e che il Centro missionario Pime sta aiutando a far conoscere: a realizzarla è stata la diocesi di Laghouat-Ghardaïa, la diocesi nel deserto algerino dove si trova anche Tamanrasset, l’ultima tappa dell’itinerario spirituale e umano di fratel Charles. Qui ha vissuto in mezzo ai Touareg fino alla sua uccisione nel 1916.
I quattordici pannelli – in arabo con testo a fronte in italiano – ripercorrono la vita di Charles de Foucauld, la sua giovinezza inquieta, la conversione radicale, la sua vita in Algeria, l’opera di geografo e linguista, il suo impegno per la giustizia in un mondo ancora segnato dall’esperienza coloniale. È la memoria di questa figura custodita dalla Chiesa che nel deserto del Sahara tuttora ne segue le orme.
La mostra è a disposizione di parrocchie e centri culturali per far conoscere la figura di Charles de Foucauld (per informazioni: segreteriariviste@pimemilano.com).