«Uncle Jerry» il missionario che portò Matteo Ricci in tv in Cina

«Uncle Jerry» il missionario che portò Matteo Ricci in tv in Cina

È morto ieri a Taiwan padre Martinson, gesuita californiamo che attraverso i media ha gettato per cinquant’anni ponti con la Cina continentale

 

Dopo cinquant’anni trascorsi nel Paese, avrebbe dovuto ricevere ufficalmente oggi la cittadinanza di Taiwan. Ma non ha fatto in tempo: padre Jerry Martinson, gesuita di origini californiane, è morto ieri a Taipei all’età di 74 anni. Con lui se ne va un grande protagonista dei mass-media cattolici in Asia, ma anche un costruttore instancabile di ponti con la Cina continentale.

Arrivato a Taiwan nel 1967 sulla scorta della grande tradizione missionaria americana nel mondo cinese, padre Martinson è stato per decenni l’anima del Kuangchi Program Service (KPS), la casa di produzione televisiva dei gesuiti a Taipei. Fondata negli anni Cinquanta come un servizio radiofonico a onde corte con l’intento di mantenere i contatti anche con i cattolici della Cina continentale, negli anni il KPS si è trasformato in una grande rete televisiva indipendente di cui padre Martinson è stato uno dei volti più noti. Una rete che già dagli anni Settanta, superando le barriere ideologiche, aveva cominciato ad avviare co-produzioni con le tv di Shanghai e Nanchino.

Padre Martinson stesso raccontava di come nel 1984 – mentre si trovava in California nel periodo delle Olimpiadi di Los Angeles – lui per primo ebbe la sorpresa di sperimentare quanto i programmi di KPS fossero seguiti anche nella Repubblica Popolare Cenise: gli capitò infatti di sentirsi chiamare da un gruppo di atleti della squadra di Pechino «uncle Jerry», il nome con cui lui a Taiwan conduceva un popolarissimo programma tv in cui insegnava l’inglese ai bambini.

Ma l’operazione più importante portata a termine da padre Martingson col Kuangchi Program Service sono state in anni più recenti le serie televisive sui grandi gesuiti pionieri della missione in Cina, mandate in onda anche da CCTV, la tv di Stato della Repubblica popolare cinese. La prima fu quella dedicata a Matteo Ricci, che venne trasmessa nel gennaio 2006. A quella poi, negli anni successivi, ne seguirono altre due: quella sul gesuita tedesco del XVII secolo Adam Schall von Bell, matematico e astronomo cui fu affidato il compito di riformare il calendario cinese, proposta da CCTV nel 2009, e infine quella sul milanese Giuseppe Castiglione, che fu pittore alla corte dei Qing, andata in onda nel 2014.

Queste serie tv – che hanno fatto registrare punte di ascolti di 200 milioni di telespettatori – hanno avuto una grande importanza nel far conoscere il cristianesimo in Cina. «Mentre la maggioranza dei cinesi conosce i nomi di Ricci, Xu e Shall, e può avere una vaga idea del loro ruolo nella storia cinese – aveva spiegato padre Martinson in occasione della presentazione del documentario su Castiglione – pochi possono essere coscienti delle loro motivazioni religiose. I documentari vogliono invece dare una vera e, per quanto possibile, completa immagine dei migliori esempi dell’iniziale attività missionaria dei gesuiti in Cina. Pensiamo che queste produzioni abbiano avuto successo nel correggere e migliorare la percezione che la maggioranza dei cinesi ha dell’attività missionaria cattolica».