In India l’arte tribale si fonde con il cristianesimo, dando origine a opere dal sapore esotico e antichissimo
L’arte è stata spesso il luogo privilegiato in cui si sono definite nuove identità, complesse e fluide, in grado di essere rispettose delle radici ma anche permeabili alle novità. L’incontro tra il cristianesimo e alcune forme di arte tribale indiana ha dato vita a una produzione originale, in cui passato e presente, tradizione e messaggio evangelico dialogano efficacemente.
La pittura dei warli, un popolo che vive nello Stato indiano del Maharashtra, a 150 km da Mumbai, racconta da sempre della terra, del cielo e della vita in armonia con la natura. Il linguaggio espressivo è essenziale: sono utilizzati solo due pigmenti naturali, il bianco (ottenuto da una miscela di pasta di riso, acqua e gommaresina) e il bruno (ricavato da sterco di mucca e una pietra rossastra). Uomini, alberi, animali, tutto è rappresentato attraverso tre forme geometriche fondamentali: il triangolo, il cerchio e il quadrato, che richiamano le montagne sacre e aguzze, le sfere del sole e della luna, la forma del recinto sacro e degli appezzamenti di terreno.
Tradizionalmente questa arte era un gesto anonimo e comunitario, con una produzione e un uso temporanei: le donne dipingevano i muri delle capanne con scene propiziatorie in occasione di matrimoni e altre festività. Oggi giovani artisti warli esprimono attraverso questo linguaggio tribale e antico la loro fede cristiana: nei dipinti su carta o stoffa Gesù è raffigurato mentre suona il tarpa, lo strumento musicale tradizionale che accompagna con la danza lo scorrere della vita di villaggio; la coppa eucaristica occupa il centro delle rappresentazioni, un tempo riservate a Palaghata, la divinità protettrice dei matrimoni; la natività è celebrata con una danza gioiosa a cui partecipa l’intero mondo naturale e animale.
Anche nella pittura kalamkari, una forma di arte popolare tipica dello Stato dell’Andhra Pradesh, i contenuti cristiani si amalgamano con un linguaggio antichissimo: raffinati pannelli in tessuto a tinte brune e calde raffigurano la vita di Cristo, la nascita di Gesù e altri temi evangelici. Il lavoro deve essere paziente: la stoffa viene trattata e tinta decine di volte, per poi essere dipinta in uno stile minuzioso con una penna ricavata da un rametto di tamarindo. Come la tradizione ha insegnato di padre in figlio da più di tre millenni.