Domenica mons. Peter Huohuo ha iniziato solennemente il suo ministero nella diocesi di Auki. Appartiene ad una famiglia mista di Maleta e Guadalcanal ed è quindi anche un ponte di riconciliazione tra le etnie delle due isole principali
Evento di rilievo nazionale domenica 14 ottobre alle Isole Salomone con l’ordinazione del primo vescovo cattolico nella storia del Paese. Mons. Peter Huohuo, 52 anni, prete della diocesi di Honiara, ha preso possesso della sede di Auki, sull’isola di Maleta, al termine di una solenne cerimonia durata ben cinque ore alla presenza di circa seimila persone. L’evento cade nel 450° anniversario della prima croce piantata sull’isola di Guadalcanal, nei pressi dell’attuale capitale Honiara, da esploratori spagnoli nel 1568. Solo nel 1898, tuttavia, i Maristi francesi vi si sarebbero stabiliti in modo permanente dopo i tentativi falliti mezzo secolo prima con il ritiro o la morte prematura dei loro primi missionari e il martirio di mons. Giovanni Battista Epalle (1845). Oggi le Isole Salomone hanno quasi un milione di abitanti. La confessione cristiana principale è quella anglicana. I cattolici sono 120 mila distribuiti in tre diocesi.
Presente alla cerimonia di Auki, il primo ministro Rick Huo, protestante, ha elogiato lo spirito ecumenico delle Chiese e la collaborazione all’unità nazionale e al progresso del Paese. La nomina di mons. Peter Huohuo ad Auki, a parere dell’arcivescovo domenicano di Honiara, Christopher Cardone, italo-americano, rafforzerà il processo di riconciliazione con l’isola di Guadalcanal, faticosamente avviato dopo la crisi dell’anno 2000, che ha provocato circa 100 morti. La gente attorno alla capitale aveva reagito al processo di migrazione interna dall’isola di Maleta e occupazione delle loro terre ancestrali da parte di popolazioni più intraprendenti ed aggressive. Mons. Peter Huohuo appartiene ad una famiglia mista di Maleta e Guadalcanal ed è quindi ben accetto alle etnie delle due isole principali.
Ricche di vocazioni sacerdotali e religiose, le due diocesi di Honiara ed Auki hanno già iniziato ad inviare missionari fidei donum nel Pacifico e in Sud America. «Siamo molto vicini ai giovani – dice l’arcivescovo Cardone, nel Paese dal 1988, già vescovo di Auki e prima ancora giovanissimo ausiliare di Gizo -; i nostri ragazzi trovano parrocchie aperte e preti accoglienti. Tanto basta per avere attualmente più di quaranta seminaristi maggiori alle Isole Salomone». La diocesi di Gizo, a nord, al confine con la Papua Nuova Guinea, retta dal salesiano italiano Luciano Capelli, è l’unica a dipendere ancora molto da personale missionario.
Un summit nazionale dei laici cattolici a Honiara nel novembre 2017 ha posto il problema della presenza pubblica dei credenti nel Paese, soprattutto nella sfera politica e di governo, nel contrasto alla corruzione e nella difesa dell’ambiente. Il coordinatore dell’iniziativa, Bernard Bata’anisia, accademico e già ambasciatore in Papua Nuova Guinea, dice che «le tre diocesi devono parlare una sola voce», il laicato deve essere più unito ed esporsi in prima persona e in modo più deciso di quanto abbiamo potuto fare finora i vescovi missionari. Ma anche all’interno della Chiesa i laici devono assumere più responsabilità e sentire ormai cosa propria la comunità fondata 120 anni orsono. Un processo che si consolida appunto con la nomina del primo vescovo locale ad Auki.