DIARIO DA ALGERI
Un nuovo anno sociale è iniziato anche per noi, missionari del Pime ad Algeri. Questo mese voglio raccontarvi un po’ di questo “noi”. Qui siamo in sette, compresi due bimbi. Parto da chi è arrivato per ultimo: père Constant Koffi Kouadio (o semplicemente “Const”), 37 anni, prete dal 2014, è qui dal gennaio 2019. Originario di Bouaké in Costa d’Avorio, ha passato una decina d’anni in Italia tra il seminario di Monza e l’animazione a Ducenta (Ce) e si dedica anima e corpo allo studio non facile dell’arabo. Ci sono poi Salvatore La Loggia (o meglio Totò), 36 anni, ingegnere che si è pian piano trasformato in educatore e insegnante di musica, con sua moglie Chiara Di Marco (Chietta, per noi), 31 anni, educatrice e regista teatrale, e le due meraviglie: Zaccaria (Zaky in algerino), 4 anni, e la piccola Vera, poco più di un anno. Vengono da Milano, dai cammini Pime e dal gruppo teatrale La Mangrovia, di cui sono i co-fondatori, e sono arrivati in Algeria nel luglio 2018. Graziella Rapacioli (Lella per tutti) è qui dal gennaio 2017: di Piacenza, dove ha lavorato per oltre trent’anni nell’impresa informatica di famiglia, dopo aver partecipato a un pellegrinaggio in Algeria si è donata al non profit e lavora a tempo pienissimo per Caritas. E infine io che scrivo: 42 anni, milanese, prete dal 2008, sono l’“anziano” del gruppo: in Algeria dal 2014 e qui a El Biar, quartiere di Algeri, dal 14 febbraio 2015, data in cui il Pime ha aperto ufficialmente una presenza nell’Arcidiocesi.
Siamo una comunità un po’ speciale: laici e consacrati insieme, uomini e donne, tutti missionari, intorno allo stesso cortile: un esperimento promettente in questa giovane missione. Ci troviamo nella parrocchia di Notre Dame du Mont Carmel (Nostre Signora del Monte Carmelo), che esiste dal 1842, essendo una delle più antiche fondazioni dell’epoca coloniale francese. Comprendeva la chiesa (oggi Centro culturale comunale), una scuola (oggi pubblica), una biblioteca e la canonica (attuale casa Pime e sede parrocchiale). Nel cortile di El Biar c’è vita: il venerdì ci ritroviamo con gli universitari della cappellania degli studenti africani; nei giorni feriali (cioè da domenica a giovedì) l’ufficio di El Jisr (in arabo “il ponte”) è un pensatoio di attività interculturali e organizza, insieme a varie associazioni algerine, sessioni di formazione e atelier nell’ambito della mondialità, del teatro e della musica, scambi culturali nazionali e internazionali e diversi eventi. Infine, tutti i giorni, celebriamo la Messa nella piccola cappella ricavata nell’antica cantina (la nostra parrocchia!) e offriamo a Gesù il nostro semplice essere qui con Lui. Cosa ne dite, ci venite a trovare?